Non si fidano, a Berlino come a Bruxelles manca del tutto la fiducia negli italiani. Al di là dei comunicati ufficiali di cortesia il nostro paese non gode di buon credito per ragioni storiche e non solo. I continui richiami sono un segnale inequivocabile che la nostra democrazia clientelare, la morsa della criminalità organizzata sulla vita politica e sociale, il retaggio culturale che ci trasciniamo non offrono alcuna garanzia di avvicinamento alle condizioni necessarie per essere membri virtuosi dell’Unione. C’è grande scetticismo verso l’Italia e la sua classe dirigente è ritenuta inadeguata a compiere scelte nell’interesse generale preoccupata com’è, unicamente di non scontentare alcuna delle centrali di potere reale pur di mantenere il consenso. L’ardire dello stesso ministro delle finanze tedesco Schaüble che abbandonata ogni reticenza formale, si è spinto fino a superare la richiesta di rendere obbligatoria l’osservanza delle raccomandazioni che la Commissione formula all’analisi dei bilanci dei singoli paesi, con la pretesa di dettare a ciascun paese l’impiego degli investimenti in specifici settori economici definiti a Bruxelles. Una vera e propria esautorazione di sovranità decisa da organi sovranazionali non elettivi la cui autorità surroga i Parlamenti nazionali. Secondo quanto hanno lasciato trapelare dai bureaux di Bruxelles, all’Italia resta tempo fino a giugno 2015 per attuare le riforme economiche diversamente, la Trojka romperà ogni indugio ed interverrà direttamente commissariandoci come già accaduto per altri paesi. Tempi duri attendono anche la Francia, sono in arrivo sanzioni per il perdurante eccesso di deficit prospettato tanto da essere stata additata a porte chiuse non solamente da Austria ed Olanda, ma addirittura dalle cenerentole Spagna e Cipro come “lassista”. La globalizzazione sembra aver ridotto in crisi comatosa la socialdemocrazia europea che privata dai mercati della leva finanziaria, non trova in Italia ed in Europa altra risposta da offrire che il ricambio generazionale e la cura dell’immagine affidata all’avvenenza ed alla prestanza delle sue “leadeships”.
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