Come noi, “si limita a leggere i giornali” Ida Magli, dove “trova tutto“ quanto le occorre per informarsi, studiare e comprendere i processi sociali e politici per le sue analisi di antropologia culturale. Data giusto venti anni l’inizio della battaglia solitaria ingaggiata contro la costruzione di questa Europa che non c’è perché non c’è mai stato un popolo europeo afferma, nemmeno ai tempi dell’Impero Romano quando a governare era ROMA sopra Parigi, Londra, Francoforte. Quindi, semmai vi fossero dei diritti ad esigere, questi dovrebbero essere rivendicati dall’Italia e non certamente dai burocrati di Bruxelles o dai banchieri di Francoforte. Contro l’Europa innanzitutto per salvare Goethe, Voltaire, Cervantes, Kafka, Pirandello, la ricchezza autentica dei popoli europei ed impedire un’omogenizzazione artificiale che ci viene imposta con l’abbattimento delle frontiere e la conseguente immigrazione di massa da ogni parte del mondo. L’Europa è storia di civiltà risultante dell’itinerario artistico, linguistico, letterario, culturale dei singoli popoli che la compongono, così com’è stata costruita invece è una somma indiscriminata di genti e di popoli che si vuole tenere insieme a detrimento dell’espressione identitaria avanzata necessariamente ridotta e resa prossima di quella rustica degli immigrati che finiranno per cancellarci. La questione umanitaria non c’entra nulla, uno “Stato non ha l’obbligo di essere umanitario“, bensì quello di “difendere i cittadini, il territorio, l’indipendenza”. Le navi della marina vanno schierate per delimitare i confini e dissuadere gli scafisti piuttosto che richiamare disperati da imbarcare per poi assistere e far sentire a proprio agio con l’assunzione di pratiche e costumi che pensavamo superati da secoli. Il resto lo leggerete nella lunga intervista, a noi rimane l’obbligo morale di tener compagnia sia pur a distanza e con modestia, alla professoressa Magli…
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