Già da questa estate è pronto il listoneunico Berlusconi-Renzi, a svelarlo è stato Francesco Storace che ha avuto modo di sbirciarlo nelle mani dello stesso Berlusconi a palazzo Grazioli. E’ vecchio e stanco riferisce, bada solamente a salvare la roba, per questo motivo ha lasciato passare la modifica all’italicum del premio alla lista e non fa nulla per trattenere Fitto, l’unico ancora in grado di portare voti. Di Forza Italia non gli frega più niente, i sondaggi gli riscontrano una tendenza maggioritaria al partito della nazione e la marginalizzazione delle estreme FdI-Lega a destra, Sel-minoranza PD a sinistra. Ha un accordo con Forza Italia e non ascolta più nessuno, conferma dall’altro versante Ileana Argentin, la deputata H del PD. Renzi fa come il marchese del Grillo: io so’ io e voi non siete un cazzo. E’ così pieno di sé che non ci dà nemmeno udienza. Ha catapultato in Parlamento i suoi amici direttamente dai banchi del liceo così in fretta che rimane difficile non pensare ad un progetto politico preordinato. Ha infatti costruito un partito plastico in grado di modificare la linea ad ogni evenienza per cogliere tutte le opportunità contingenti: una strabica balena bianca centrista che guarda a destra ed a sinistra quando gli conviene. Di sicuro qualcosa di diverso dal partito democratico che avevamo immaginato conclude l’Argentin. Non crede all’eutanasia di Forza Italia invece, Annagrazia Calabria, coordinatrice dei giovani forzisti che osserva come l’intelligenza di Berlusconi e la sua lungimiranza abbiano riportato Forza Italia al centro del quadro politico imputando il calo dei consensi di cui parla Storace, alla prolungata assenza dalle TV e dal Parlamento. Si può convenire circa l’oscuramento televisivo arma letale di Berlusconi soprattutto in campagna elettorale, quanto all’assenza dal Parlamento, è assolutamente irrilevante nel calo di consensi a nostro avviso, per il semplice motivo che non ha mai frequentato le aule parlamentari preferendo come è noto, le più confortevoli alcove di Arcore. Basta a tal proposito scorrere i registri delle presenze di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma si sa, l’amore per il leader di partito è cieco anche perché senza Silvio, a tanti non resterebbe altro da fare che iscriversi nelle liste del collocamento obbligatorio. Poteva mancare Grillo sulle tavole del palcoscenico? Nemmeno per idea. Ha fatto irruzione infatti mandando affanculo Renzi e sbattendo un bel no forte e tosto sul muso del povero Vendola che però pare potrà consolarsi con gli ex grillini sul fronte comune anti nazareno. Intanto, profittando della neo “politica di equilibrio” tra gli Stati della Ue, Matteo il Magnifico ha spostato la capitale a Firenze per un giorno perché Roma intendesse che al suo fianco vuole un piccolo Presidente di miti pretese, che non rompa il gioco, non sparigli le carte, sappia godersi gli agi del Quirinale ed eviti di bussare al portone di palazzo Chigi dove l’assemblea di condominio dell’italicum lo nominerà amministratore unico senza voti.
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