Quando si ascolta Nicola Gratteri le parole non si fossilizzano mai alla semplice cronaca della lotta alle mafie internazionali, ma la riflessione si allarga sempre al campo della ricerca di soluzioni percorribili ai gravi problemi posti dalla criminalità organizzata. Gratteri osserva come la cocaina sia diventata oramai un bene rifugio molto più redditizio dei Titoli di Stato perché ha un mercato che tira in occidente, soprattutto in Italia. A Milano prosegue, si sniffa più che in qualsiasi altra capitale europea. Efferata la spietatezza dei narcos coi quali la nostra ‘ndrangeta si è consorziata investendo gli ingenti capitali liquidi accumulati negli anni coi sequestri di persona. La relazione della commissione per la riforma della Giustizia consegnata al Presidente del Consiglio è stata accolta tiepidamente dal Ministro Orlando che si è affrettato a puntualizzare che non tutte le proposte diventeranno Legge, ma il mio intento è solamente quello di risollevare la Giustizia italiana. Nella nostra relazione sottolinea, ci sono tanti suggerimenti per velocizzare i processi. Sono misure che avrebbero dovute essere implementate già da anni, sfido chiunque ad avere qualcosa da ridire. Gratteri poi sembra rivolgersi direttamente ai mezzi di comunicazione quando afferma di tenere in modo particolare a che delle idee sviluppate dalla sua Commissione sia messa a conoscenza l’opinione pubblica. Una volta che sarà stata bene informata sulle proposte di soluzione ai problemi della Giustizia, la palla passerà alla politica che avrà l’onere di spiegare nel caso perché alcune di quelle soluzioni di buon senso non possono diventare Legge. Una delle proposte che sicuramente non mancherà di suscitare un vivace dibattito riguarda l’annoso problema della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. La Commissione Gratteri arriva a proporre il carcere per la violazione del segreto ed è stato introdotta la reclusione per consentire di indagare sulla fuga di notizie, ma il rischio di scontare la pena in carcere è minimo assicura Gratteri. I dialoghi però potranno entrare integralmente nelle ordinanze di custodia cautelare con la sola esclusione di quelli che interferiscono con la vita privata.
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