Per nulla imbarazzata, giovedì scorso l’Unione Europea ha perso l’ennesimo appuntamento con la storia: messa di fronte ad un problema epocale come quello della pressione demografica che il sud del mondo esercita sul vecchio continente, ha deciso sostanzialmente di continuare a non far nulla lasciando sola l’Italia a gestire l’incessante flusso migratorio che dall’Africa e dal medio oriente si riversa sulle sponde meridionali del Mediterraneo. Non è assolutamente vero che anche un fenomeno di tali proporzioni non si possa governare. Sarebbe stato importante infatti che l’Europa avesse dato un segnale politico della sua esistenza in vita promuovendo iniziative in accordo con l’Unione degli Stati Africani per favorire lo sviluppo locale, riprendendo un’idea che da anni il leader radicale Marco Pannella perora inascoltato: investimenti mirati ed agevolazioni alla delocalizzazione delle imprese europee verso l’Africa ed il Magreb in particolare; accordi doganali speciali per favorire l’importazione di prodotti made in Africa; invio di missioni nei paesi africani dove maggiore è il deficit organizzativo e strutturale dei sistemi sanitari, scolastici, giudiziari, di sicurezza. Sono solamente alcune delle idee che potevano essere messe in campo dall’UE per invertire la tendenza migratoria e favorire il cambiamento e l’emancipazione di un continente che pure possiede risorse naturali e minerali immense di cui forse solamente la Cina ha compreso la portata, anche se le sue politiche d’investimenti nel settore energetico e dei trasporti, somigliano più ad uno sfruttamento neo coloniale che ad un’opera armonizzata di rapporti e relazioni economiche reciproche finalizzate al progresso ed allo sviluppo. Ancora una volta quindi, per l’Italia è andata buca in Europa: si è capito che tra belle parole e mille promesse, sarà comunque sola a reggere nei prossimi anni il peso dell’accoglienza e del mantenimento di milioni di genti disperate pronte ad aggrapparsi allo stivale pur di godere del minimo vitale che altrimenti nessun altro è disponibile ad offrire loro. Gli sbarchi continui ed incessanti hanno indotto il Ministero degli Interni a diramare una direttiva che impone ai Prefetti il reperimento al momento di ulteriori seimila alloggi destinati ad ospitare i richiedenti asilo. Di fronte al diniego delle Amministrazioni Comunali molte delle quali sono al collasso quando non sono già arrivate alla paralisi da esaurimento posti, le linee guida diramate da Viminale prevedono di attendere il 31 maggio prossimo che si concludano le operazioni di voto per il rinnovo dei Consigli Regionali e poi di proseguire in ultima istanza con le requisizioni di tutti gli alloggi disponibili che si rendano necessari. Alla chiusura delle urne, i male informati prevedono di dover pagare oltre al rincaro di IMU e Tasi anche la solidarietà sulle seconde case per garantire una degna permanenza ai rifugiati del globo terrestre. Speriamo solo che la riconoscenza sia di questo mondo e che si possa continuare a vivere ciascuno come gli va…
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