Orrore per le migliaia di vittime morte annegate nei mari di Sicilia in questi ultimi anni e dolore sincero che non vorremmo scadesse nella retorica, provano tutti gli italiani. Nessuno escluso. Noi tra i tanti. Ci sentivamo però soli in questi giorni, sfogliavamo i giornali ed il disagio cresceva nel nostro cuore combattuto tra il sentimento di vicinanza e compassione e l’incertezza per non aver ben compreso di quali colpe dovessimo pentirci. I tasti della tastiera restavano in silenzio, forte il timore di sbagliare, di peccare se avessimo battuto un commento all’attualità che ci assaliva impetuosa, ma al tirare le somme concludevamo che nulla potevamo fare e dunque, nulla avevamo di cui vergognarci. Finché questa mattina ci siamo accorti che non eramo più soli, anche Piero Ostellino si domanda chi deve vergognarsi e di cosa soprattutto? Mal comune mezzo gaudio ora che sappiano di non essere gli unici mostri superiamo il pudore dell’autocensura per dircela tutta, così come la pensiamo anche sulla filosofia dell’accoglienza. Alle belle anime che si riempiono la bocca coi diritti umani, coi doveri dell’accoglienza, con la carità Cristiana, chiediamo chi deve procurare le case per ospitarli? Chi può offrire loro un lavoro? Oppure dobbiamo pensare che dopo averli accolti amorevolmente possano essere lasciati liberi d’integrarsi nelle fila della criminilità? Scaglino la prima pietra quelli che si vergognano sul serio! Crediamo che a vergognarsi debbano essere i governi dei paesi ricchi di Gas, petrolio, diamanti e risorse minerarie immense che lasciano nella miseria i loro cittadini vittime molto spesso delle loro stesse culture tribali o di superstizioni che ci s’intestardisce a definire religiose. Piuttosto che ascoltare parole vuote, all’assemblea dell’ONU ci piacerebbe che si pronunciassero parole pesanti di verità, di condanna, di vergnogna direttamente sul muso dei responsabili che hanno nomi e cognomi e NON abitano di certo in Europa!
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