Lunedì, 31 marzo 2014 entra in vigore il nuovo Regolamento Agcom sul diritto d’autore. Il Regolamento ispira le sue norme attuative ad una Legge del 1941, la n. 633 quando tra i titolari del diritto d’autore s’annoverava il PNF. Oggi che la “nazione” e gli Organi dello Stato tutti, dovrebbero essere protesi in uno sforzo unanime e collettivo verso l’azzeramento del divario digitale con gli altri paesi nostri competitori sul mercato globale, una inutile quanto anacronistica Agenzia di trombati nominati dalla politica, si arroga il potere di oscurare un Blog, un sito, un accesso sociale al web senza la Pronuncia di un Giudice terzo, muovendo la sua azione censoria dalla semplice segnalazione di chiunque agiti strumentalmente presunti od eventuali diritti quando avverte di sentirsi chiamato in causa da un post, un articolo, un video, un audio. Il blogger non ha scampo, o rimuove l’url alla pagina scomoda o l’Autorità del nostro amato stivale intimerà al provider l’inibizione all’accesso di tutti gli utenti alla fonte oggetto di verifica sommaria, poi eleverà una sanzione pecuniaria al titolare del dominio. Siamo sotto elezioni, abbiamo poche speranze che i partiti intervengano con una iniziativa legislativa di riforma complessiva della materia tanto meno possiamo sperare in una decretazione d’urgenza: a ben riflettere, il Regolamento Agcom è un mezzo studiato per contenere i danni della critica che viene dalla rete, quella che i soloni della stampa prezzolata chiamano antipolitica e che in questi anni di libera informazione li ha messi in crisi anzi, li ha messi letteralmente in ginocchio sbugiardandoli dinanzi agli elettori con una marea montante ed inarrestabile di post, articoli e commenti di controinformazione-verità. Continueremo a scrivere ed aggiornare Blogaccio come abbiamo sempre fatto, se dovessimo cadere vittima di questa inaudita censura, sappiate che NON sarà dipeso dalla nostra volontà. Troveremo il modo di continuare tenacemente la nostra modesta opera attivando altri url su differenti domini. Oltre a ricordarvi la petizione che lanciammo con largo anticipo già alle prime avvisaglie, vi segnaliamo per tenervi aggiornati su questa grave minaccia che incombe sulla libertà di espressione, il Blog di Guido Scorza docente, avvocato e giornalista che accertata l’assenza di iniziativa del Governo ed anche delle forze politiche che si dicono paladine del web, ha impugnato in giudizio dinanzi al TAR del Lazio l’istituto regolamentare della moderna inquisizione internettiana.
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