Il PD si spaccherà, la maggioranza dei suoi parlamentari è della vecchia guardia. Le aperture della Cgil sono solo tattiche per tentare di svuotare dei contenuti la Riforma del Lavoro, ma se Renzi dovesse decidere di andare avanti siamo pronti ad appoggiarlo anticipa Brunetta. Se invece scende al compromesso e l’afflato liberale della Riforma dovesse essere annullato dalle misure di contrappeso ideologico, allora diremo NO ed invocheremo il voto. A quel punto il problema investirà anche il Presidente della Repubblica, se la Riforma dovesse passare grazie ai nostri voti infatti, non potrà che prendere atto che c’è una maggioranza diversa a sostenere il Governo e dovrà aprire la crisi. Presto sapremo, già martedì si riunisce la vecchia guardia per contarsi. Si calcola che siano 110 i parlamentari pronti alla scissione rivela Civati, se Renzi non torna indietro sulla Riforma del mercato del lavoro voluta dalla destra. Dal 41 alle Europee meno 25% della vecchia guardia nascerà il PdR, il partito di Renzi ch’è senza soldi per la prossima finanziaria, non ha ottenuto niente in UE e cerca di nascondere i suoi fallimenti prendendoci a pallonate puntualizza Civati. Fassina poi, non vuole nemmeno sentir parlare di disciplina di partito, fu lui infatti a pronunciarsi contro l’elezione di Marini al Quirinale inaugurando la disobbedienza dei gruppi ricorda. A dirsi addirittura offeso è Bersani perché mentre Renzi presenta la Riforma del Lavoro come uno strumento per ridurre la precarietà, in realtà la va ad aumentare e fa un pò di conti: la flexsecurity costa 15 miliardi, impossibile applicarla domani mattina con appena due miliardi di stanziamenti previsti. Dobbiamo dire la verità agli italiani. Il problema vero è la produttività, le tutele crescenti vanno bene, ma il reintegro deve restare. Il ganassa non arriverà al 2018 perché non è capace di risolvere i problemi. Ha sbagliato tutto, ha invertito l’agenda di governo dando priorità alla Riforma del Senato ed alla Legge elettorale mentre i problemi seri che avverte la gente sono quelli economici. Al suo posto verrà Marchionne un duro, un vincente profetizza l’ex compagno Pansa per il quale la guida del PD affidata al giovane fiorentino è un elemento negativo…
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