PD, si pensa ad una bad-company coi vecchi dirigenti

Berlusocni ostenta il primato di campione anticomunista che ha saputo mantenere al Quirinale un ex dirigente del PCI per portare a termine la sua missione: disintegrare la sinistra la quale ha fatto come la rana nella favola di Esopo, tronfia per il gran numero di deputati regalati dal porcellum, ha gonfiato così tanto il petto fino a scoppiare. Una minoranza eterogenea di elettori tenuta insieme dalla bonomia Bersaniana che al momento delle decisioni ha mostrato tutte le crepe e divisioni di cui si compone. Le due anime inconciliabili quella cattolico-liberale e quella comunista tenute insieme dal collante del comune nemico Berlusconi, sono venute alla ribalta mostrando i limiti e le contraddizioni intrinseche proprio quando l’avversario abilmente ha esercitato la sue offerte di adesione al piano di salvezza per gli sconfitti alle ultime consultazioni. L’eredità di Bersani sarà una bad company nella quale confluiranno i rottami della nomenklatura del paritito che vivrà di sogni e marginalità, mentre nella new company si ritroveranno in sintonia coi tempi i giovani guidati da Renzi che purgati delle scorie tossiche del passato, potranno disegnare una nuova visione del futuro, della società e dell’economia.