C’è un nobile partito dello zero virgola che ciclicamente fa dell’aministia la bandiera delle sue campagne libertarie, è il partito radicale di Pannella e soci. E’ un partito che crede nella non violenza e nelle libertà dell’individuo, che propugna il mercato quale regolatore unico dei rapporti sociali, che trova negli Stati Uniti d’America il sistema democratico liberale, liberista ideale al quale ispirarsi. E’ un partito quello radicale che fa della sua incessante quanto vittimistica opera propagandista, l’efficace arma che gli ha permesso di raggiungere ora con la destra, ora con la sinistra indifferentemente, importanti risultati politici: aborto, divorzio, fame nel mondo ed aministie appunto. E’ lo stesso partito che però esiste e resiste grazie a 10 milioni di finanzamenti pubblici annuali alla sua radio in Convenzione con quello Stato che vorrebbe minimo per far spazio agli affari dei privati. Ebbene, questi esclusivi campioni del garantismo, nonostante i loro esigui consensi elettorali riescono con abilità molto spesso ad orientare le decisioni di quella partitocrazia corrotta dalla quale si chiamano fuori. Tra le scelte contraddittorie che riescono ad imporre alle varie e variegate “maggioranze” che si susseguono, quella dell’amnistia è la più macroscopica. Scopriamo infatti che nel sistema giudiziario americano che si ritiene esempio cui riferirsi per una giustizia giusta, molto semplicemente l’amnistia NON esiste anzi, per i giudici americani il perdono generalizzato suscita ilarità ci rivela Pier Camillo Davigo, perché la pena va scontata in carcere. La Legge in Italia spiega ancora il magistrato di Cassazioe, tutela più i delinquenti che le vittime dei reati. Il numero di detenuti italiani inoltre è inferiore a quello degli altri paesi europei osserva anche un altro apprezzato magistrato della DIA Nicola Gratteri che aggiunge: le carceri sono tante, ma restano inutilizzate. Innanzitutto si chiede, perché restano ancora chiuse le carceri di Pianosa e de l’Asinara? Se c’è stata trattativa tra Stato e mafia orami sono trascorsi venti anni aggiuniamo noi. Gratteri poi suggerisce che in provincia di Cagliari come in provincia di Nuoro ci sono carceri nuove inutilizzate; ed ancora, per alcuni reati la detenzione in carcere non garantisce alcun recupero come ad esempio per i tossicodipendenti che otterrebbro migliori risultati trascorrendo la detenzione in Comunità. Nicola Gratteri chiude con una osservazione che smonta le tesi dei perdonisti ad oltranza: non è civile che dal carcere si esca perché si sta stretti; in un paese civile si esce dal carcere perché si è scontata la pena.
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Ecco i soliti giustizialisti come il magistrato Gratteri e Pier Camillo Davigo, che grazie a questo modo di essere hanno fatto si che la società civile punti il dito contro i detenuti ritenendoli feccia. La pena andrebbe scontata in carcere se le carceri fossero a misura d’uomo, visto che ci professiamo democraticamente civili, ma purtroppo non è cosi, evidentemente questi signori non hanno studiato il diritto romano e parliamo di 2000 anni fa, erano molto più civili di noi, perchè Il carcere non veniva mai preso in considerazione come misura punitiva, in quanto esso serviva in linea di principio ad continendos homines, non ad puniendos. Il detenuto è una persona consapevole di aver sbagliato e vuole rendersi utile alla società, ma quando questo non avviene qualsiasi dialogo non ci sarà mai, e invito tutti questi signori che dicono che la pena va scontata in carcere, di passare un periodo di 6 mesi nelle carceri italiane, forse non la penseranno più così.
Sono d’accordo che le amnistie sono soluzioni che si addicono a sistemi dove non si riesce a trovare soluzioni sistematiche ai problemi, quindi tipici dell’Italia e di altri sistemi simili, cio che non mi aggrada non e’ il fatto che si possa discutere amnistia si/amnistia no (anche se ritengo, visto che il sistema italiano non e’ al pari di quello Americano, per esempio, in alcuni casi di emergenza va bene anche l’amnistia se prelude ad un cambiamento strutturale del sistema) bensì titoli e contenuti un po’ fuorvianti, e’ vero che i giudici americani possono ridere di soluzioni come l’amnistia ma sono autorizzati a farlo in quanto essi hanno soluzioni strutturali alternative che noi non abbiamo, i riti “alternativi” non sono per niente viabili se non in una prospettiva di sospensione condizionale della pena, e’ il sistema che e’ fatto male, non meravigliamoci se un reo, o presunto tale, tenti la via del rito ordinario, che da, per Legge, la possibilità’, magari remota, di non scontare la pena al posto di quello abbreviato dove invece la pena diventerebbe certa. Bisogna che i Legislatori facciano le Leggi con la testa e non con in mente gli interessi di lobby…. I colpevoli di questa situazione sono gli Italiani che eleggono certa gente che fa certe leggi, io come residente all’estero da quasi 30 anni mi sento moralmente sollevato da questa colpa…
Un breve commento: chi scrive questi articoli ignora, o fa finta di non sapere, che negli Stati Uniti vi sono diversi tipi di interventi che diminuiscono la pena anche di 2 terzi, sono provvedimenti individuali e non di massa che permettono, non solo di ridurre la popolazione carceraria, ma anche e sopratutto di permettere una più’ rapida risocializzazione ed un rapido reinserimento nella società’ dei soggetti che dimostrano una attitudine alla risocializzazione. In Italia queste cose non le abbiamo, quindi non possiamo guardare i sistemi degli altri e dire “ma da loro e’ così'” senza che ne siamo pronti a introdurre tutte le soluzioni in modo sistematico, come al solito si propina alla gente la mezza informazione che porta solo ad ignoranza e agli interessi di chi questa informazione parziale la diffonde….
informazione completa gen.le Marco abbiamo reso, per quanto possa essere nelle disponibilità di semplici commentatori che fanno del mazzo dei giornali la fonte quotidiana di verifica. Infatti, se rilegge l’articolo proposto, potrà costatare che Davigo accenna ai “riti alternativi” snobbati dai reo che preferiscono allungare i tempi della Giustizia in attesa dei frequenti provvedimenti di clemanza che la nostra classe politica adotta per salvare sé stessa più che per tutelare i diritti umani. 35 tra amnistie ed indulti negli utimi 50 anni chiariscono i fini e gli obiettivi della faciloneria pseudo-umanista che rimuove i diritti delle vttime per salvare i carnefici…