A rieccolo, dimagrito e pronto per ritornare in TV. In fondo che cos’è la democrazia? E’ solo un sistema di parole, il modo migliore per ingannare la gente, dice Massimo Fini. A ben riflettere sulla storia della Repubblica, si potrebbe finire anche per dargli ragione, ma poi rammenti che Fini ha dedicato un libro al Mullah Omar di cui rimpiange la moderazione e la saggezza e se l’alternativa dev’essere l’Isis, allora è preferibile tenersi stretta questa democrazia malata. Il pregiudicato quindi dicevamo, scontata la pena, ci fa sapere ch’è pronto a ributtarsi in politica con la sua dentiera perfetta, il doppio petto blu e la cravatta di Marinella come nulla fosse accaduto nel frattempo. E’ pronto a rispolverare le menate su tasse, fisco, libertà d’impresa, giustizia politicizzata, carcere preventivo, intercettazioni da Stato di polizia, riforme vedremo, comunque non più al nazareno. S’è preparato a tutto, tranne che al voto: per le elezioni non siamo pronti ripete; dipendesse la lui fino al 2018 Renzi starebbe in una botte di ferro. Non tutto però dipende da lui come un tempo, per fortuna. Non basta infatti la TV, al tempo di internet e dei Cinque Stelle ha capito, sondaggi alla mano, che l’ossigeno necessario ad una completa riesumazione politica gli può venire solamente da Salvini ed in gran segreto dietro le telecamere sta preparando un faccia a faccia con l’altro Matteo della sua vita. Il punto è che la felpa è un pò più pesante della canottiera di Bossi e forse stavolta non è ancora detto che se la cavi anche se, osserva Massimo Fini, l’onestà è stata un valore del popolo italiano fino agli anni ’50 quando non a caso l’Italia era ancora contadina e proletaria. Poi, di pari passo al progresso, una lenta involuzione culturale cui hanno contribuito tanti fattori non ultimo la TV commerciale, ha fatto ripiegare le coscienze imborghesite degli italiani sui valori dell’etica e della legalità tanto da dover riconoscere che l’indubitabile successo di consensi di cui Berlusconi ha goduto lungo il corso dei suoi venti anni di politica, sia stato determinato dall’aspirazione non dichiarata dell’elettorato a preferire un modello di governo tollerante per il quale l’illegalità fosse una delle vie scorciatoie all’irrinunciabile libertà.
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