Belsito, il leghista che investe e si diploma in terronia

Non possiamo non ritornare su questa storia della Lega investitrice in terronia perché cominciano sempre più a definirsi i contorni di quella che sembrava una delle tante contraddizioni del movimento che ha saputo cavalcare il disagio di quote consistenti di protesta territoriale della quale si è fatto scudo un gruppo familistico per arrivare a traguardi altrimenti impensabili da raggiungere per modesti o mediocri senza né patria, né mestiere. Grazie a l’inchiesta del Secolo XIX abbiamo scoperto a gennaio che il movimento politico secessionista Lega Nord investe i rimborsi elettorali della Repubblica Democratica Italiana in titoli della Tanzania oggi, apprendiamo che il tesoriere di fiducia dell’Umberto il senatur Bossi, per conseguire il diploma ha cercato e trovato aiuto ancora in terronia e precisamente a Frattamaggiore in provincia di Napoli presso un Istituto privato e scavando scavando nella vita di questo illustre sconosciuto benvoluto dalla famiglia i bravi giornalisti del Secolo XIX di Genova hanno ricostruito la lunga e faticosa carriera dell’esperto di finanza crativa padana attraverso un intrigato sentiero di società, fallimenti, firme, assegni, cambiali, avvisi di garanzia, archiviazioni, abusi, carte di credito e sondaggi, quelli che danno ancora per un pò la Lega Nord all’11%. Che cosa accadrà quando imploderà e saranno chiari a tutti i fini ultimi dei servi di Roma ladrona che si ribellarono a Cesare per impadronirsi del tesoro delle sue provincie? Pochi ricordano i 200 milioni di lire della maxi tangente Enimont che finirono nelle casse del Carroccio nel ’92 appena arrivati in Parlamento e scoperti dall’allora PM terruncello Antonio Di Pietro?