Benvenuti ai lupi di Wall street

The-Wolf-of-Wall-Street-con-Di CaprioQuando i lupi della finanza fanno sentire pubblicamente la voce del proprio dissenso è un segnale importantissimo, perché allora un governo può star certo di essere nel giusto. Cita testualmente Rooswelt, Paul Krugman, per censurare l’inverosimile allarme di un finanziere lanciato dalle pagine del Wall street Journal, contro la presunta persecuzione ai danni di una minoranza quella dei miliardari appunto, additati come la causa scatenante della crisi mondiale ed “ingiustamente” colpiti dall’inasprimento dei prelievi e ridimensionati da misure regolatrici più stringenti per moderare l’attività speculativa. I lupi di Wall street si spingono oltre, arrivano addirittura a capovolgere la realtà imputando la stagnazione e la permanenza dello stato di crisi al loro onore ferito che li disincentiverebbe dall’operare impedendo all’economia di ripartire. E’ bene chiarire scrive Krugman, che questi lupi famelici non fabbricano nulla, sono esclusivamente dei faccendieri che allocano capitali e resta ancora da dimostrare che la loro attività crea posti lavoro. Di sicuro si può affermare che tra gli effetti collaterali delle crisi economiche oltre al peggioramento della mortalità e delle condizioni di salute di gran parte della popolazione, si registra nel restante residuale di essa cioè, nell’1% di ricconi, la formazione di una categoria affetta da inquietante dissociazione dalla realtà…

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