Quello in onda ieri sera è stato un Berlusconi colto in uno speciale stato di grazia: serio nonostante l’ora, sereno e tranquillo per nulla preoccupato della imminente sentenza, si è detto convinto della sua assoluzione. Qualcuno aveva anche avanzata l’ipotesi che in fondo i giudici del collegio giudicante in Cassazione non sono dei comunisti e non si può dire che gli siano sconosciuti. Invece no, si è scoperto appena poche ore dopo lo scoop su appuntamento dell’inviata di Telese, che a farlo trovar pace ed a regalargli il sorriso perduto, erano i piani rassicuranti che promettevano di restituirgli per grazia ricevuta quello che i Tribunali gli avrebbero eventualmente tolto per sentenza. Non è dato sapere a noi spettatori se fosse stato concordato un saggio della notizia in prima pagina per valutare gli umori dell’opinione pubblica, sta di fatto però che subito in giornata si è levata una viva e vibrante insoddisfazione circa l’insussistente clemenza da riconoscere al reo per motivi politici, genericamente intesi. Il sospetto di combine mediatica è però confermato dalla stessa replica della fonte anonima vicina alla grazia. Non meno vibranti poi si sono elevate le preoccupazioni degli intellettuali di mestiere, da quelli che si dichiarano neutrali ed interessati al solo destino del paese ormai sull’orlo di una tragedia paragonata ad una guerra mondiale dichiarata dalle agenzie di rating all’Italia della BBB nella quale una condanna di Berlusconi la farebbe sprofondare irrimendiabilmente se non c’inventiamo qualcosa che nel rispetto formale della Legge, metta comunque al riparo Silvio ed il suo patrimonio a quelli che, spudoratamente, assimilano le sue esasperazioni e le sue violazioni di legge addirittura al carattere nazionale che si vorrebbe condannare una volta e per tutte. Simili argomentazioni purtroppo ci fanno comprendere come siano tanti quelli che vivono sospesi in un mondo di tolleranza indistinta, inconciliabile con la giustizia. A quelli cui invece piace immaginare il tipo italiano come colto, temerario, leale, lavoratore che nutre un “sovrano disprezzo per il denaro” Berlusocni appare essere un banalissimo furbo, un traffichino, un abile conoscitore delle miserie umane che usa e soddisfa, NON un uomo di DESTRA, come lasciano pensare certi intellettuali la cui penna a sfera da anni si è bloccata. Berlusconi NON è un esteta dannunziano, il suo consenso NON nasce da un sistema ideale, ma viene dalla capacità straordinaria di promottere a ciascuno licenza a raggiungere i desideri con ogni mezzo. NON è un uomo di destra e NON è nemmeno un liberale. E’ semplicemente un capitalista senza scrupoli. In una autentica democrazia liberale i guai giudiziari di un soggetto NON riguarderebbero le sorti dell’intera nazione come si vuole far credere. In una democrazia normale sarebbero gli stessi compagni di partito a chiedere di allontanarsi dalla vita pubblica piuttosto che come servi accodarsi al padrone, ma cosa ancora più straordinaria che ci dice quale schizzofrenico Stato siamo diventati, è il fatto che l’eventuale condanna di un ottuagenario avversario politico destabilizza gli equilibri del solo partito di governo che potrebbe trarne benefici.
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