Un giorno forse ringrazieremo gli inglesi e soprattutto finiremo per ringraziare i vecchi inglesi, quei padri che con il loro voto a favore della Brexit si sono ripresi il paese ed anche il diritto di indicare ai figli la direzione di marcia com’è sempre stato nell’ordine naturale dell’uomo. La sete di libertà e di futuro, salve eccezioni, si esaurisce nell’universo mondo delle esperienze giovanili unico e fondativo interesse associato alla crescita, com’è giusto che sia. Sono i numeri ufficiali dell’affluenza alle urne nel referendum per la “Brexit”, a smentire le analisi degli esperti rimasti con un palmo di naso dopo il ribaltone dei sondaggi che volevano una Gran Bretagna suddita delle oligarchie brussellesi. Col trascorrere dei giorni si palesa sempre più chiaramente che non è stato un conflitto generazionale a determinare la vittoria del “leave”, semplicemente i giovani presunti cosmopoliti si sono disinteressati al problema astenendosi in massa, consapevoli che se si vuole conoscere il mondo si può viaggiare, non c’è bisogno di ospitare in casa propria tutta la miseria del mondo ben oltre ogni ragionevole possibilità. Quando a declinare bontà ed amicizia sono organizzazioni anonime che vivono di speculazione, sorge più di un sospetto che ci si stia prodigando per pochi piuttosto che per i tanti che vedono peggiorate le loro condizioni generali di vita. Le masse, quelle stesse che un tempo facevano la storia, nella società globalizzata sono messe in gravi difficoltà per decisioni assunte da entità astratte che non rispondono ad alcuno come le banche ed i grandi fondi d’investimento. La politica ha smesso di tracciare gli orizzonti ed ha delegato i nostri destini ad aggregati di finanza apolide che mirano ad omogenizzare la forza lavoro mondiale per meglio allocare l’impiego di risorse dal quale trarre a breve il maggior profitto. L’immigrazione verso il vecchio continente è una sorta di scorciatoia del capitale di speculazione che vuole realizzare il massimo a breve termine, mentre dovrebbe attendere generazioni se dovesse concentrare gli investimenti nelle aree economiche di sottosviluppo prive delle necessarie infrastrutture e soprattutto delle sofisticate conoscenze e delle culture di produzioni avanzate. Il sentore che forse un giorno dovremo ringraziare la meglio gioventù inglese per essersi astenuta si coglie dalle parole dal sen sfuggite di Mario Monti. Fiutando la sberla che gli inglesi stavano per assestare ai manovratori della finanza, il cerimoniere del re di Prussia ha accusato Cameron di aver abusato della democrazia per aver fatto esprimere il suo popolo su un problema esiziale. Ad esito noto del referendum inglese sulla Brexit, non ha trattenuto la rabbia un altro impiegato del Fondo Monetario Internazionale, quel tal Cottarelli con residenza a New York che voleva spegnere le luci nelle strade della penisola per tagliare i costi: il pericolo è lo sgretolamento dell’euro e dell’Europa per questo c’è bisogno di un guizzo di orgoglio dei giovani ad impedire nuovi referendum in futuro. Quel che si è capito è che la riscoperta di questo strumento straordinario per autodeterminare i destini incute timore ai detentori del potere economico-politico. Il referendum si rivela la sola modalità efficace per scardinare la rete claustrofobica della gabbia nella quale sono stati rinchiusi i popoli dai circoli finanziari decisori. Pensate, per settant’anni ci hanno spiegato che il regime fascista dove uno decideva per tutti senza consultare la volontà del popolo, fu il male assoluto e che la Costituzione nata dalla resistenza era un baluardo della democrazia e della giustizia. Oggi sono pochi più di uno a farsi schermo della Costituzione per assicurarsi il potere senza voler ascoltare la voce del popolo. La Costituzione più bella del mondo, per fortuna dice Mario Monti, è la sola che in Europa impedisce i referendum in materia fiscale e di trattati internazionali. Sarebbe lecito pensare che i fascisti non si nascondono nelle fogne, ma nell’alta finanza contro la quale ad onore della storia, è giusto ricordare che il regime fascista perse la sua guerra e si disintegrò. Brutto presagio per l’euro e l’Europa dei banchieri.
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Caro Pansa
Lei e’ un mito,la sua analisi e’ perfetta (ma triste);spero che a breve oltre al diritto inrrinunciabile ai referendum propositivi su qualsiasi materia il popolo Italiano vero (non quello selezionato dalle tv di stato o di quello di quasi tutte quelle private nazionali e da molti giornali-se pensate che sia solo una frase fatta siete inconsapevolmente diretti contro un muro-)voglia espimersi,si rimontino anche le matrici delle banconote italiane sulle presse perche’ l’euro e l’Europa cosi’ concepiti mi fanno angoscia e da 15 solo a tirarne fuori gli esemplari dal portafoglio mi urta(e non sono un genovese).Allora prendero’ una balla fantastica!
E, per dio,viva l’Inghilterra!
visto che il referendum, per sapere cosa ne pensa il popolo, secondo Monti è un abuso di democrazia io proporrei una petizione per togliergli la carica di senatore a vita che non merita assolutamente