Per fare una riforma Costituzionale c’è bisogno dei professoroni, se chiami a redigerla un’aspirante miss Italia ed un sensale della politica costretto a dividesi tra i diritti della difesa ed i diritti fondamentali dei cittadini, finisce che la nuova Repubblica abortisce nelle urne del Referendum come è accaduto il 4 dicembre ultimo scorso. Col bel risultato che poi il pallino del Governo ritorna nelle mani dei vecchi odiati partiti, quelli stessi ai quali per venti lunghi anni dal lontano ’92 di tangentizia memoria, nelle piazze ed in ogni dove, si diceva di volersi liberare. Tutto merito del rottamatore dunque se Mattarella ha potuto con gioia rispolverare i suoi amati studi di diritto parlamentare e fissare una fittissima agenda di consultazioni con ben 23 delegazioni di altrettanti partiti ciascuno dei quali salirà al Colle con ambizioni e richieste inderogabili che avrebbero fatto la gioia di Giulio Andreotti, Aldo Moro ed Arnaldo Forlani. Tanto per schiarire le idee a quel 80% di under trentenni che sono andati a votare convinti di difendere i diritti dei lavoratori e dei pensionati. Cari ragazzi, d’ora in avanti come è stato per i vostri padri, il Governo non lo decideranno gli elettori nelle urne, ma i partiti nelle trattative più o meno segrete tra i loro emissari ai cui esiti si fingerà di pervenire in lunghi ed estenuanti quanto noiosi dibatti parlamentari perché è così che funziona una Repubblica democratica Parlamentare! Dato l’addio alla III Repubblica, considerato che la II è andata a male perché anch’essa nata con vizi di forma oltre che di sostanza, non rimane che festeggiare la restaurazione partitocratica col ritorno alle poltrone dei vecchi padrini: Governo Istituzionale che porterà a termine la riforma elettorale proporzionale con la quale Berlusconi, Franceschini, Orlando, Rosato e Brunetta preparano il terreno alle larghe intese della prossima legislatura in funzione antigrillina con buona pace della partecipazione e della sovranità popolare. Amen. Se nel PD stanno per mollare il ganassa, nel centro-destra Berlusconi preso atto che il campo è tripolare e che i grillini sono in testa, per ritornare protagonista e proteggere gli interessi suoi e delle sue aziende, medita di sbarazzarsi della destra lepenista e di stringere una grande coalizione alla tedesca. L’unico mezzo per realizzare il progetto, è un sistema elettorale proporzionale puro che gli permetterà di mettere a reddito quel 12-13% di consensi di cui è accreditata Forza Italia dopo l’avvento del M5S.
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