Applausi e grida di gioia: Masaniello è cresciuto, Masaniello è tornato, anche Dudù scodinzola felice per il suo padrone! Con un capolavoro politico-giudiziario amici ed avversari, compagni e massoni, popolo e poteri forti si ritrovano d’amore e d’accordo a godersi la sentenza del TAR alle pendici del Vesuvio. Finalmente dopo una vita di duro lavoro trascorsa tra congiure e congetture, complotti e poteri occulti, Tommaso Aniello s’è vista rinviata a giudizio una sua ipotesi: la Legge Severino sarebbe anticostituzionale. Figuriamoci! Per un uomo delle Istituzioni, la Costituzione è Vangelo. La Bibbia per la quale immolarsi. Ci mancherebbe altro. Stavolta il rischio di ottenere l’agognata condanna è reale e meritato dopo averci provato invano con la toga, potrebbe infatti riuscire a spuntarla con la fascia tricolore. Poco importa se la Legge Severino ha funzionato benissimo ed è risultato il solo strumento efficace per “liberare” le Istituzioni da personaggi compromessi. Diversamente saremmo ancora ad aspettare la volontà degli elettori per selezionare una classe dirigente degna e disinteressata. Soprattutto al sud, dove le statistiche rendono una fotografia fedele delle condizioni miserevoli nelle quali è stata fatta precipitare l’economia e con essa la società in tutte le sue componenti. Che cosa può interessare a Mastrolindo se la Legge Severino ha fatto piazza pulita ed ha impedito a corrotti e corruttori, collusi e fiancheggiatori di impadronirsi degli Enti Territoriali? Il vento è cambiato ed al momento non c’è niente di meglio di un bel complotto Costituzionale per imbastire la prossima campagna amministrativa del 2016. Oggi legalità e Giustizia non tirano più, l’elettorato pur di mangiare ha cambiato verso. Garanzie, libertà e politica sono ritornate centrali per farsi includere velocemente dal sistema. La spocchia e la presunzione potrebbero aver costruito un complotto non sappiamo quanto consapevole, ma i cui effetti pratici sarebbero la rimozione di un importante filtro di protezione alla imparzialità e trasparenza delle Assisi Amministrative con conseguenze esiziali soprattutto nel meridione d’Italia per non parlare del quadro nazionale che si ritroverebbe rianimato dall’apporto insperato di vecchie cariatidi. All’orizzonte si profila una rentrée in grande stile suffragata dal “diritto formale” che riannoderebbe i fili di quei poteri perversi contro i quali a parole Tommaso Aniello ha costruito la sua effimera carriera politica. Considerazioni che avvalorano le amare parole di quanti nel lontano 2011 mettevano in guardia l’opinione pubblica dai fini strumentali di una campagna moralizzatrice condotta con grande favore di stampa. Alla luce dei recenti risvolti, il sospetto che l’obiettivo di tanta furia fosse quello della visibilità mediatica a fini politici piuttosto che un’intima esigenza avvertita e disinteressata, comincia a prendere forma. A tale proposito vi suggeriamo di ascoltare la denuncia del rappresentante di alcune vittime in due video successivi seguita dalla conferenza di giubilo tra galoppini e personaggi in cerca d’autore…
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