L’Europa e l’Italia in Europa, hanno saputo esercitare e mantenere per secoli un’egemonia culturale, politica, economica nella storia del mondo tanto che il nostro modo di pensare ha finito per condizionare i costumi di altri popoli. Quest’ordine mondiale però, oggi è in rapido mutamento sovvertito dal progresso tecnologico e soprattutto dal processo di globalizzazione cioè, dell’apertura alla prosperità economica di popoli che prima erano marginali sui mercati e svolgevano un ruolo da gregari nella scena internazionale. Meglio di altri indicatori il G7 esemplifica l’accellerazione dei cambiamenti in atto, basti pensare che fino al 2000 eravamo tra le 7 più grandi economie al mondo, nel 2010 ne siamo usciti e solamente 3 sono le nazioni europee che restano. Nel 2030 si calcola che a rappresentare l’Europa nel G7 resterà la sola Germania destinata però anch’essa ad uscire sostituita dall’Indonesia nel 2050. Praticamento domani, “la storia non saremo noi. Il 2050 è già domani, infatti. Contro la decadenza le nazioni europee non hanno più mezzi per contrastare se non quello di unirsi e nella dimensione continentale, far pesare le proprie idee ed interessi contendendo il primato ad USA e Cina. Purtroppo però, continua l’ex ministro Vittorio Grilli, i cittadini europei per l’incapacità della politica a trovare le parole giuste, restano inconsapevoli di questo scenario futuro e vedono l’Europa come causa della crisi non come opportunità e sola via d’uscita. La prolungata sofferenza economica alimenta il clima di sfiducia ed è sempre la politica secondo Grilli, miope e pavida, la ragione per la quale i cittadini restano pessimisti sul futuro dell’Europa. Una Unione monetaria infatti, dovrebbe non assistere con prestiti pluriennali gli Stati membri, ma avere un bilancio comune adeguato per costruire uno stato sociale di garanzia continentale. Questa dell’ex ministro tecnico è una riflessione politico-culturale che meriterebbe una eco maggiore e che invece è stata del tutto oscurata dai media più efficacemente penetranti. Proviamo noi a segnalarvela con l’auspicio di vederla magari tradotta bene e rilanciata dalle reti internet notiziarie a maggiore diffusione continentale.
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