dal Belgio un messaggio a Morsi: l’islam non passerà in Europa

«Islam islam, il nostro Paese non sarà mai laico», «per l’anima e il sangue, ci sacrifichiamo all’islam», alle grida aberranti dei Fratelli Musulmani scesi in piazza davanti alla moschea Rabaa el Addaweya a sostegno di Morsi che ha trasformato, com’era prevedibile, la primavera egiziana in un isterico inverno, sembra aver dato una risposta forte e chiara la Corte Costituzionale del Belgio: sorelle musulmane, qui da noi smettete burqa e niqab, lasciatevi ammirare, mostrate la vostra bellezza, siete in Europa! La vecchia, civile, libera Europa non può tollerare il fanatismo oscurantista, non può immaginare una vita di relazioni sociali dettate dal Corano; professate il vostro Credo nei luoghi di culto ma sappiate che per le strade di Bruxelles non vogliamo vedere gente incappucciata, non possiamo permettere che si vada in giro minacciosi ed irriconoscibili. Vivere insieme con pari diritti tra uomini e donne in una società dove ciascuno è responsabile dei propri comportamenti, dove ciascuno risponde mettendo la faccia alle azioni che compie, sta a significare che quanti vengono non possono pensare di imporre i loro costumi portando indietro le lancette della storia, ma debbono integrasi fissando bene in mente che le conquiste della civiltà ci sono costate guerre, morti e sacrifici e non intendiamo rinunciarvi. Non c’è multiculturalità, non c’è pensiero od afflato universalista che possa reggere il confronto con le libertà e le garanzie di uno Stato laico che per definizione deve assicurare agli uomini tutti la felicità in terra, pur senza cancellare i sogni di quanti pensano di raggiungerla in Cielo in compagnia di Allah, di Dio o di Abramo a scelta, come preferisce.