De Magistris non finisca come una carogna

vai con Rinaldi e finisci come una “carogna”. Napoli “è sua”, non vuole il PM Narducci in giunta perché ha messo alla sbarra gl’ispiratori dell’insorgenza contro le forze dell’ordine a Chiaiano.
C’è un punto a favore del neosindaco, ha una solida maggioranza non legata agli umori e desideri dei singoli un fatto è certo però, negli anni avvenire le frange del no a tutto e dei “comitati passatempo nel dopolavoro” con i quali si è accompagnato per farsi eleggere, si faranno sentire e saranno determinanti ed impediranno quelle scelte antipopolari di cui la città ha un’urgente bisogno per rinascere. Non si può pretendere di fare della legalità il segno distintivo di rottura col vecchio sistema e poi farsi eleggere dai comitati rivoluzionari che da anni mettono a ferro ed a fuoco la città turbando l’ordine pubblico. L’assurda pretesa ad esempio, di sperimentare la differenziata non per il doveroso recupero dei materiali e delle materie prime ma per rinunciare al termovalorizzatore ha padri e madri nell’insorgenza dei comitati e nessuna logica nei fatti. Queste incongruenze di fondo vanno risolte subito, devono essere chiarite prima di portare a termine il lavoro programmatico. Devono trovare già nelle prime sedute di Consiglio un forte, chiaro ed incondizionato segnale di spegnimento di ogni ardore rivoluzionario. Pena il fallimento di quest’esperimento che si è proposto di superare i partiti convenzionali. Sui temi caldi, per portare a ragione gl’insorgenti, si può pensare ai referendum comunali forse la via migliore per decidere sugli impianti di termovalorizzazione. La gente investita direttamente della responsabilità di risolvere la condizione di crisi per i rifiuti potrà in maggioranza compiere scelte per determinare risultati concreti e definitivi che invece al neoSindaco risulterebbero difficilissime.

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