Desirée, bella ciao

Un momento della manifestazione dell’Anpi a San Lorenzo, in piazza dell’Immacolata, per ricordare la morte di Desiree Mariottini, Roma, 27 ottobre 2018.

..O partigiano, portala via. O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao. O partigiano, portala via ché mi sento di morir…dalla vergogna di aver sognato ad occhi aperti e favorito mio malgrado, l’arrivo di criminali da ogni angolo della terra pur di sperimentare sulla carne viva della mia gente, fragile ed innocente, l’utopia umanitarista di un mondo che eguale non è mai stato nella storia. Sarebbe dovuto essere questo il mea culpa da recitare ieri alla manifestazione nel ricordo della piccola Desirée, piuttosto che mistificare per l’ennesima volta il dolore, il degrado, la violenza messa in opera eppur rimossa, da quelle stesse “risorse” che dovrebbero salvare il nostro paese dal razzismo strisciante e la nostra civiltà avanzata, dal revanscismo maschilista. Non un accenno, nemmeno un gesto che alludesse ad un ripensamento doveroso sull’accoglienza fiduciaria, dopo i numerosi episodi di intolleranza ed insofferenza alle libertà delle donne che pensavamo di dare per acquisite in Europa. Basti ricordare qui le molestie di gruppo portate dai sedicenti profughi la sera di capodanno del 2015 a Colonia. Nulla. Nemmeno una parola che rimodulasse criticamente le posizioni scriteriate circa l’abbattimento dei confini e la società immaginata aperta, nei fatti una minaccia ai più deboli, soli ed indifesi, propinata incessantemente alla stregua di un nuovo paradiso terrestre dopo quello miseramente svanito della URSS. Al corteo di San Lorenzo, nel luogo dove la piccola Desirée è caduta preda di assatanati, i pronipoti della resistenza all’invasore, questi fantasmi direbbe Eduardo, si sono ritrovati per combattere non già la violenza del permesso umanitario, ma il fascismo di quanti cercano disperatamente di scuoterli e riportarli sulla terra perché non procurino a loro stessi ed a noi, dolori e nuove sciagure.

 

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