I politici non hanno capito niente, l’Europa è malata ed i risultati delle europee ci dicono che i popoli l’hanno rigettata, sostiene Fitoussi l’economista francese della Luiss. Hollande è azzoppato prosegue, non ha la forza per aiutare Renzi e la Germania non cambierà il suo atteggiamento sul rigore dei conti. Il problema non è tanto la Merkel, quanto l’opinione pubblica tedesca che non vede di buon occhio i paesi indebitati e la politica non può rischiare l’impopolarità. Non è un caso se in tedesco la colpa, il peccato si traduce con Schuld che è sinonimo di debito. Quasi a voler riprendere il discorso, Tito Boeri l’economista della Bocconi fondatore di lavoce.info sottolinea come i tedeschi ci controllano passo passo, senza riforme concrete e soprattutto senza che queste siano portate a termine con Decreti attuativi cosa diversa dai Disegni di legge delega, è inutile invocare la flessibilità. Lavoro, giustizia e Pubblica Amministrazione, se non facciamo queste riforme è pura utopia pensare che la UE ci riconosca la possibilità di far uscire dal bilancio il co-finanziamento dei fondi strutturali per favorire la crescita. Ridurre il debito risulta realisticamente difficile, ma possiamo tagliare la spesa per raggiungere il pareggio di bilancio, abbassare le tasse sul lavoro e rimettere in moto l’economia. Sulle riforme c’è però chi si è fatta un’idea precisa come Cacciari: l’ italicum fa schifo ed il nuovo Senato non ha senso. Le riforme messe in campo da Renzi sono un pasticcio. L’italicum è quasi una offesa alla Corte Costituzionale che ha scritto esattamente ciò che non si deve fare. In realtà Renzi punta sulle riforme perché sono l’unico risultato raggiungibile sostiene Cacciari, nella economia globale infatti, la politica conta poco. Se non interveniene una svolta economica trascorsi ancora qualche mese, l’idillio di Renzi svanirà tanto più che a fine anno si vota per eleggere il successore di Napolitano. La tenace resistenza tedesca ad allentare i vincoli di bilancio trova una sua spiegazione logica nella concorrenza che una eventuale ripartenza economica dell’Italia porterebbe alla Germania con la conseguenza di un ridimensionamento del suo ruolo e del potere di interdizione politica esercitato dalla Merkel. A svelare la confidenza è Gola profonda, accreditata fonte già Ministro e che vuole rimanere anonima. Lo stesso Renzi pare si sia convinto della bontà di una simile analisi che troverebbe conferma nel deludente silenzio di Martin Schultz alle dichiarazioni di fonte Deutsch Bank sugli intendimenti espressi dal Governo italiano per la guida del semestre di Presidenza. Nel Parlamento Europeo d’altronde, la fedeltà non è al gruppo politico di appartenenza, ma alla nazionalità. E’ sempre stato così e Schultz è tedesco prima che socialdemocratico.
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