E’ un magistrato comunista, il candidato segreto di Berlusconi per il Quirinale

luciano violanteIl fiuto per le scelte convenienti bisogna riconoscere che non gli è mai mancato. Berlusconi non esita, se gli occorrono, a far suoi i mediocri con ogni mezzo, quando a questi la vicenda politica mette in mano il suo destino, ma è anche capace di recuperare alla ribalta vecchi arnesi della politica usurati dal tempo, antichi avversari usciti di scena quando è certo che non possano più nuocere nel nuovo ruolo che gli assegna. Basterà ricordare qui la nomina di baffino Dalema al vertice del Copasir, l’organo di controllo sui Servizi Segreti od anche la nomina di Mario Monti a Commissario UE oppure quella di Draghi alla Banca D’Italia seppur malvisto da Tremonti. L’uomo conosce gli uomini come pochi e si dispone a concedergli “l’onere delle armi” quando sono sconfitti od innoqui politicamente. E’ questa anche una furba strategia di accreditamento presso l’opinione pubblica quale uomo di mediazione, uomo giusto incapace di odiare ed impegnato unicamente per il bene comune. Sale in groppa al cavallo azzoppato sul quale un tempo puntavano gli avversari quando il bisogno gli suggerisce che non c’è altro mezzo per superare le mura di Troia. Stavolta, è Luciano Violante l’uomo che fa al caso. Un candidato perfetto sul quale il PD non può sollevare obiezioni e che da tempo per rientrare in gioco ha abbandonato il partito dei giudici per farsi sostenitore di un accordo per riforme condivise col PDL, cioé con Silvio e meno male che c’è per i tanti che gli dicono si, ma non per tutti…

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