Egitto: una UE non fa primavera

vignetta-una rondine non fa primavere-arabeProbabilmente gli sarà sfuggita e nelle prossime ore dirà che il suo pensiero è stato mal interpretato, ma nelle frenetiche consultazioni tra Ministri degli Esteri dei paesi UE, la sola ad aver sottolineato che la fratellanza musulmana deve fermare la deriva oltranzista perché in Egitto si plachi la violenza è stata la Bonino. Pusillanimi, tutti gli altri hanno parlato per bocca dell’insignificante rappresentante per la politica estera dell’Unione Cathy Ashton, la quale semplicisticamente di fatto ha additato la leadership di Al Sisi quale responsabile della tragedia in corso Al Cairo. Una valutazione più sincera ed equilibrata di quanto sta accadendo in Egitto non può cedere alla commozione senza costatare che si è giunti all’irreparabile dopo che il Presidente eletto Morsi, alla prova di Governo si è dimostrato inadeguato, incompetente, ambiguo, impegnato unicamente in un processo di restaurazione islamista sordo a tutte le istanze di libertà e modernizzazione che venivano dalla parte maggioritaria del paese, nonostante i ripetuti avvertimenti dell’esercito lo avessero messo in guardia dal proseguire sulla china senza ritorno della Sharia. Dopo Nasser, Sadat, Mubarak, un salto all’indietro era improponibile e sconsiderato. Senza l’intervento dell’esercito, oggi avremmo avuto nel Mediterraneo una repubblica teocratica. Lo sanno bene Arabia Saudita ed Emirati Arabi che di fronte ai dubbi di Obama nel rinnovare i finanziamenti ed alla probabile cancellazione degli aiuti dell’Unione Europea, hanno stanziato 12 Mld di dollari a garanzia della stabilità dell’intera area del medio oriente oggetto di rinnovate attenzioni della Russia di Putin, ma anche della Cina preoccupata per la sicurezza dei suoi approvvigionamenti energetici.

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