Mentre tutto il PD renziano si affanna a far sapere che con l’emendamento alla Legge di riforma del processo penale col quale si pone fine alla pubblicazione di registrazioni ottenute all’insaputa dei soggetti interessati, non si intende mettere il bavaglio alla libera informazione Alessadro Pagano, l’autore materiale del testo, rivela candidamente che lo stesso emendamento è stato concordato “ai massimi livelli”, cioè con Renzi e pertanto l’impianto resterà “così com’è“, dunque la previsione del carcere per quanti dovessero violare le restrizioni imposte potrà essere modulata diversamente, ma resterà. Addirittura sarebbe una “battaglia di civiltà” dalla quale “non si può tornare indietro” questa sulle registrazioni cautelative, per Area Popolare di Angelino Alfano e Nunzia De Girolamo! Rincara la dose il viceministro alla Giustizia Enrico Costa: l’emendamento prevede un sacrosanto principio di convivenza civile dal quale non deroghiamo. Dalla Legge verrà fuori un articolo di carattere generale ed astratto, che non ha collegamenti con fatti specifici. No, per carità, il sospetto non ha nemmeno sfiorato la nostra mente. Convocare presso la propria abitazione di residenza, amministratori e dirigenti per concordare un piano provinciale di lottizzazione delle ASL e rendere di pubblico dominio gli esiti della combine, evidentemente per NCD e per il PD costituisce una violazione grave della “vita privata” e della tranquillità “familiare” che fa venir meno un principio giuridico di civiltà: l’inviolabilità del domicilio cui inevitabilmente bisogna porre rimedio con una Legge severissima che impedisca all’opinione pubblica di essere informata sulle frodi, le menzogne, gli abusi ed i raggiri delle regole. Continuando di questo passo, gli italiani avrebbero le prove sempre più numerose ed inconfutabili che il sistema dei partiti è irriformabile e non andrebbero più a votare. Le tesi di questa maggioranza rabberciata di nominati, ci riportano alla memoria “specchio segreto”, la fortunata trasmissione del compianto Nanni Loy che fotografava le reazioni degli italiani di fronte a pretestuose situazioni d’ impedimento contingente nell’Italia del boom economico. Il quadro che veniva fuori dalle scenette organizzate a danno degli ignari passanti, restituiva fedelmente uno spaccato significativo della vita, delle consuetudini e dei comportamenti illuminando gli stessi italiani sui propri pregi e difetti. L’emendamento a tutela della privacy della casta dovesse diventare Legge, introdurrebbe un nuovo principio nell’ordinamento, quello “dell’essere” soffocato e nascosto alla pubblica opinione dal “non essere” falso e distinto che invece verrà offerto alla valutazione degli elettori perché possano essere messi in condizione di decidere alla cieca, senza elementi di valutazione disponibili e congnizione di causa. Come insegna il buon Razzi: “io al Senato mi faccio li cazzi mia”…e tu idiota di un servo elettore, non lo devi sapere.
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