Napoli, un’altra trovata partecipativa come se la confusione ed il disordine non fossero già di casa: De Magistris porta in Consiglio Comunale gli extracomunitari. Non si può mai dire, magari le esperienze democratiche dei loro paesi d’origine potranno dare alla disgraziata città che fu Capitale, un contributo risolutivo ai numerosi problemi che si trascina irrisolti da decenni tra pessima amministrazione e sperimentazione sociale nella quale la sinistra bisogna riconoscerlo, è vera esperta. Tanto, concluso il ciclo, finisce sempre per scaricare i guasti procurati sulle casse pubbliche. Ma vediamo un pò chi ha aperto le porte di Napoli agli extracomunitari con dignità di Consigliere Comunale, e chi ti scopriamo? Il presidente Gesco cioè, il presidente del consorzio d’imprese sociali che ha in appalto i servizi sociali del Comune. O meglio, ci correggiamo, l’ex presidente Gesco oggi assessore in conflitto d’interessi si direbbe per Berlusconi, giustamente. Ma siccome è rosso anzi no, è diventato arancione, il conflitto d’interessi non vale più e De Magistris l’ha fatto assessore. E’ un tecnico del ramo costretto per l’emergenza ad inseguire lo spread e concedere la proroga al consorzio di cui era Presidente e che ha in gestione i servizi sociali del Comune. Tutto regolare, non c’è bisogno di bandire una nuova gara, con De Magistris nessuno può fiatare altrimenti si muovono le corazzate Potionskin della partecipazione e sono dolori per quanti illustrano le cose come stanno senza riserve mentali e senza concedere presunte patenti di trasparenza. Ma andiamo avanti, la partecipazione è un valore come i diritti, i neo consiglieri comunali potranno anche aiutare i napoletani spingendo le loro comunità a pagare la salatissima TARSU cioè, il conto monnezza arrivato alle stelle con l’ulteriore aumento del 20% delle tariffe deciso per compensare i maggiori costi di trasferimento del pattume nelle altre regioni ed in Olanda. Vero e proprio primato cittadino questo: primo esportatore di monnezza al mondo! Siamo sicuri che le proposte di soluzione al problema che potranno venire alla città di Napoli dai neo Consiglieri Comunali algerini, libici, tunisini, ganesi, tanzaniani, afgani, iracheni sapientemente integrato a quello dell’Onu, non prevede la costruzione di un altro inceneritore e sarà dunque, eco-risolutivo. I napoletani non pagheranno più la Tarsu non perché costretti ad evaderla per l’eccessivo peso che ha sui bilanci familiari ma perché le comunità straniere con rappresentanza in Consiglio Comunale se ne faranno carico. Così, per ringraziare della partecipazione che si sognerebbero nel loro paese. Da indiscrezioni si apprende infine che i neoconsiglieri extracomunitari sarebbero disposti a far accollare alle loro comunità anche i debiti delle partecipate a patto però che siano garantite loro assunzioni e relative poltrone nei CdA. Accadrà vedrete e quel giorno festeggeremo la cittadinanza onoraria, il processo d’integrazione sarà finalmente giunto a termine.
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