La tesi di un federalismo che indurrebbe un aumento della pressione fiscale indotto da una previsione potenziale d’incremento dell’addizionale IRPEF fino al limite del 3% sui redditi medio bassi cioè, in buona sostanza sui redditi da lavoro dipendente è un’analisi che si può accettare. Realisticamente più difficile da condividere è invece la critica mossa ai costi standard che nel settore del servizio sanitario forzeranno il rientro dal deficit della sanità soprattutto in alcune regioni meridionali e verosimilmente si manterrà una qualità dei servizi che non potrà scostarsi da quella attuale comunque con eccellenze episodiche ma non diffuse.
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