Maggior deficit, in cambio di migranti. Fu il governo Renzi nel 2014 a firmare il baratto con l’Unione Europea. L’Italia autorizzata a sforare il patto di stabilità in cambio di un’ assunzione esclusiva di responsabilità sullo scottante dossier migratorio del Mediterraneo. Le navi delle Ong in servizio di trasporto sicuro con la sponda africana, avrebbero fatto rotta sui porti italiani. E’ cosi’ che l’Europa si sbarazzo’ dei diritti umani e dello spirito di accoglienza ed inclusione nel mentre che Renzi raggiungeva l’apice della sua carriera con il 40% di consensi alle elezioni europee sospinti nelle urne dagli ottanta euro in deficit pagato a caro prezzo dall’Italia gettata nel caos totale alle prese con la gestione di flussi migratori incontrollabili che perdurano incessanti da oltre otto anni, sotto l’egida delle organizzazioni criminali libiche. Partono da qui le premesse del successo politico di Fratelli d’Italia che ha portato Giorgia Meloni a palazzo Chigi e stizzito il signorino dell’Eliseo, già banchiere Rothschild.
Difficile spiegare altrimenti la sollevazione unanime dei paesi armatori delle navi umanitarie che danno appuntamento in mare e mettono in salvo sulle nostre coste gli emigrati dall’Africa e dall’Asia. Perchè in gran numero trovano posto sulle Ong anche i migranti provenienti dalle rotte balcaniche chiuse da Erdogan dopo un accordo con la Commissione europea concluso dalla Merkel per sei miliardi sull’unghia che all’Italia costo’ 300 milioni di quota parte, omette di dire l’ambasciatore di Berlino al quale si accoda la Spagna, paese armatore della open arms, la piu’ attiva tra le umanitarie del Mediterrano col timone sempre a dritta puntato verso Lampedusa, mai che abbia anche solamente per sbaglio, virato in direzione dell’Andalusia. Il piglio con il quale il Presidente Meloni ha rescisso il contratto di baratto, sbarchi in cambio di deficit, ha destato viva preoccupazione e messo sull’avviso i cravattari del debito pronti a stringere il nodo alla gola dell’Italia non appena la cupola bruxellese si sarà convinta che il Governo di Roma non è disposto a cedere di un millimetro. E’ già accaduto nel 2011, non accadrà questa volta. Meloni è andata a vedere il bluff dei diritti; dei nobili principi; dei regolamenti vuoti di civiltà; dei Trattati e dei cavilli sporchi dietro ai quali si trincerano nel mentre praticano il piu’ bieco razzismo tanto a Melilla, quanto ad Istambul e Ventimiglia come sulla Manica. Il gioco oramai è a carte scoperte. Meloni deve averne anche per i partiti conservatori della destra europea. I tempi sono maturi perche’ le Le Pen, i Santiago Abascal e lo stesso Orban vengano allo scoperto e rendano dichiarazioni forti e chiare di solidarietà all’Italia ed ai popoli europei tutti, al Parlamento europeo ed ai Parlamenti nazionali. D’ora in avanti, ad alcuno sarà piu’ consentito di portare minacce e ricatti al popolo italiano!
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