gabbie salariali per la crescita…della miseria

Alesina e Giavazzi per dare una scossa all’economia propongono l’antico rimedio delle gabbie salariali che introdotte anche nel pubblico impiego ridurrebbero notevolmente la spesa pubblica a loro giudizio. Se anche gli economisti cedono alle pulsioni semplicistiche della Lega allora l’Italia è messa male, la crisi è così dura e complessa che non si trovano risposte migliori se non delle semplificazioni con evidenti limiti di analisi ed insufficienze di valutazione dei dati. Ad esempio, quello che Alesina e Giavazzi non riferiscono è il rilievo che al Sud le famiglie sono più numerose ed in gran parte monoreddito. Basterebbe approfondire i dati delle dichiarazioni Irpef da lavoro dipendente per comprendere che al nord le famiglie hanno un reddito doppio perché l’occupazione è pressoché paritaria tra i generi cioè, lavorano moglie e marito. Se diamo per assunto che la vita costa meno al Sud ed è tutto da dimostrare, non possiamo comunque non osservare che con 1.300€ di stipendio medio una famiglia deve dar da vivere mediamente a 4 persone al sud mentre al nord, col doppio del reddito, ci campano in 3. Oltre che negli sprechi sotto gli occhi di tutti nelle PA da nord a Sud, i risparmi vanno ottenuti nel taglio dei salari di funzionari e dirigenti sovrastimati rispetto al spesso inutile lavoro che svolgono e soprattutto in quella giungla clientelare delle posizioni organizzative e della retribuzione di risultato regalata a pioggia senza che ne venga alcunché in termini di qualità e quantità ai cittadini che anzi, spesso si trovano a dover subire le determinazioni procedimentali che rispondono più ai bisogni della politica che alla reale soddisfazione degli utenti.

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