Nel 1994 un gruppo di cretini invasati ideologici, si riunirono a Marrakech per firmare il trattato WTO che non è solamente un semplice trattato economico, ma è un trattato politico che reca la pretesa di sovrapporre all’antica divisione Est/Ovest del mondo l’ideologia del mercatismo, cosa diversa dal mercato teorizzato da Adam Smith dove lo Stato interviene in funzione regolatrice. I principi ispiratori di questa nuova ideologia, si rimettono all’economia che entra a dominare l’esistenza e la vita di ciascuno. Nel nuovo sistema il primato è assunto dalla finanza ed è il mercato stesso a scrivere le Leggi Costituzionali dei paesi civili e democratici: “nazioni senza ricchezza e ricchezza senza nazioni”. I cretini che non mancano mai riuniti a Marrakech, facendo leva sulla tecnologia della rete e la possibilità di scambiarsi informazioni in tempo reale tradotte dalla finanza in segnali tendenziali, finirono per inventarsi la globalizzazione, cioé quel processo di affermazione del mercato e della tecnologia che ha costruito il mundus furiosus contemporaneo secondo Giulio Tremonti, ospite dei giovani di Casa Pound dove è andato perché da uomo libero “io vado ovunque sono invitato”! Mercato-democrazia-Stato, nel nuovo rapporto di relazione come determinato dalla globalizzazione osserva Tremonti, l’America prova a combinare il mercato con la democrazia; la Cina il mercato col comunismo mentre nella nostra Europa questi tre fattori si sono completamente dissociati. Dall’originale liberté, fraternité, egalité, siamo regrediti a globalité, marché, monnaie perdendo il senso della storia, vero dramma della nostra civiltà. All’Europa va bene l’altrui modernità, non è più capace di costruire un suo presente. Immigrazione, degenerazione della finanza, rivoluzione digitale, nuovo colonialismo, in questo libro vi anticipo che cosa può succedere prova a sintetizzare Tremonti ed i giovani convenuti ad ascoltarlo, scoprono di avere con l’ex ministro dei tagli lineari che però suggeriva gli eurobond ed i dazi in difesa del lavoro e dei prodotti europei, insperati punti comuni di analisi e visione a cominciare dal fenomeno delle migrazioni, fantasmi di un passato remoto che si ripresentano. Le cause dell’immigrazione secondo Tremonti, sono da ricercare nella TV e nelle guerre cosiddette di esportazione della democrazia. Quello che si sta verificando è il ritorno in direzione opposta del colonialismo attratti dalla televisione su di una scala infinitamente più grande da sud verso nord nell’ordine dei 200 milioni di persone. Contrariamente a quanto si pensa, sono i più forti a mettersi in cammino su rotte organizzate investendo sul loro futuro. Mi hanno mostrato i disegni dei bambini dei paesi poveri e tutti riproducono l’immaginario del nostro benessere proiettato loro dalle immagini della televisione. Altra causa scatenante delle migrazioni massive, sono state le guerre mosse dall’intento disperato di esportare la democrazia. Un’esercizio pericoloso perché anche in Europa la democrazia appena quarant’anni fa era una eccezione non la regola. Pensiamo per esempio, ai paesi europei del blocco comunista. La democrazia è un processo progressivo sostiene Tremonti, non è un prodotto che si possa mettere sul mercato come McDonalds. La democrazia non la puoi imporre a chi non la vuole. Dieci anni fa la Libia e la Siria stavano meglio di oggi. Con internet e la televisione abbiamo disastrato i popoli, le primavere arabe sono gli esiti della nostra incessante opera di persuasione democratica. In un’ottica simile, i muri servono, sono simboli di sicurezza che tranquillizzano i popoli anziani del vecchio continente in crisi. Costruire muri può essere una scelta difficile a prevenire rotture drammatiche afferma senza esitazioni il buon Giulio, incurante della retorica demenziale che si ascolta in giro. Quello che è venuto a crearsi è un vero blocco egemonico culturale e politico, che il recente voto dei popoli più consapevoli delle drammatiche dinamiche loro imposte, segnala come una significativa inversione di tendenza destinata a maturare ed incidere profondamente sui dogmi della meccanica globalista. Un altro fattore destabilizzante del mundus furiosus nel quale viviamo, Tremonti lo individua nella degenerazione della finanza che estende per algoritmi incontrollabili i suoi tentacoli in tutto il globo terrestre. Nel vecchio mondo la finanza poggiava sulla economia reale, adesso nemmeno più le banche centrali riescono a gestirne i suoi complessi risvolti. La BCE produce impulsi per ottanta miliardi al mese provocando il crollo dei tassi a zero, dovessero scendere sotto zero sarebbe drammatico, diverrebbero una sorta di tassa osserva Tremonti, creando enormi problemi a chi risparmia ed alle stesse banche ed assicurazioni. Si pensi ai fondi pensione che non riescono a garantire margini di rendita sufficienti agli investimenti accantonati dai lavoratori. Tremonti individua nella finanza fattori di rischio straordinari, complice la rivoluzione digitale che ha sostituito i lavoratori con i computer. La paura oggi prende anche i colletti bianchi che temono di cadere nella disoccupazione come mai è accaduto nella storia. La rivoluzione industriale segnò il passaggio dal lavoro agricolo ed artigianale a quello delle fabbriche, ma offrì comunque nuovi posti di lavoro, oggi invece siamo andati oltre ogni immaginazione, le macchine non hanno più bisogno di un controllore, si sono sostituite direttamente all’uomo. La rete apporta modifiche anche alla politica, generando al tempo stesso anarchia e nuove gerarchie. Il tratteggio storico dello scenario mondiale di crisi politica, economica e sociale serve a Tremonti per spiegare le cause della crisi della Unione Europea e dell’euro: alla fine della II guerra mondiale, l’Europa si costituì nella sola dimensione economica, il MEC (mercato economico comune), e seppe conquistarsi agli occhi dei suoi cittadini una immagine di sviluppo e di benessere molto più “caldo” e coinvolgente rispetto ai freddi tassi della BCE con i quali si pretende di rappresentarla. Tutto cambia con la caduta del muro di Berlino, l’Europa cessa di essere solamente un fatto economico e diventa un corpo politico. La Corte del Lussemburgo oggi conta più della Corte Costituzionale italiana, nasce un diritto sovranazionale che viene applicato ed al quale le sentenze delle nostre Corti devono riferirsi. Quelli che hanno disegnato la UE oggi non capiscono il mostro che è diventato. E’ mai possibile che una Corte Europea possa imporre alla Turchia ad esempio, paese di diritto musulmano, il suo diritto orizzontale che fatica a riconoscere finanche le differenze tra maschio e femmina? Un conto è fare entrare la Turchia nello spazio economico europeo, altra storia sarebbe accoglierla nello spazio politico della UE. Gli stessi padri della UE non capirebbero il mostro che è diventato l’Unione. Dopo aver creato il mercato comune con le sue regole perfette, abbiamo pensa di compiere un passo ulteriore ed entrare nella globalizzazione sic et simpliciter esponendo le nostre imprese alla competizioni di oligopoli ed economie di comando come quella cinese coi risultati che sappiamo: fallimenti, delocalizzazioni, perdita di posti di lavoro, dequalificazione del lavoro e conseguente competizione sui margini a danno della qualità dei prodotti. A che cosa sono servite allora l’Unione con la sua moneta senza governi se i governi europei sono rimasti senza monete chiedono a Giulio Tremonti i giovani di Casa Pound? A leggere i Trattati europei risponde Tremonti, non troverete mai la parola “crisi”. Il Trattato di istituzione dell’Unione Europea è un matrimonio nella buona sorte che non contempla la cattiva sorte. Esso si regge su di una ideologia positiva di progresso che non va confusa con i principi dell’illuminismo. I filosofi illuministi non furono dei coglioni come gli illusionisti del 1989 che a tavolino decisero dovesse essere l’anno zero dell’Europa con l’unificazione della Germania, della moneta e della vita di noi tutti. Se si vogliono unire mercati differenti, si comincia da quello che si muove sul mercato. In America per primo misero insieme le ferrovie, gli orari ecc. ecc. In Europa hanno cominciato direttamente dall’economia con una ossessione regolatoria che pretende di uniformare dal basilico ai trapani ai cessi la Danimarca alla Calabria. L’ultima Gazzetta Ufficiale Europea contiene 151 km di regole scritte. Una follia. Non ha senso che un anziano in Normandia debba rifarsi l’impianto elettrico nella casa dove vive da tre generazioni perché risulti a norma europea come in Sicilia. Si fa per dire! E’ questa una delle ragioni che ha condotto gli inglesi ad uscire dalla UE. Le via per uscire da questo impazzimento generale, Tremonti la vede nella Confederazione Europea che metta insieme l’essenziale e lasci agli Stati la sovranità su ciò che non è essenziale. Si potrebbe ricominciare a mettere insieme la difesa, compresa la sua industria specializzata, il sistema di sicurezza informativa e lasciare agli Stati nazionali la facoltà di decidere sulla misura eguale dei termosifoni che Bruxelles invece vuole imporre dalla fredda Varsavia alla calda Atene. Abbiamo cercato in sintesi di rendere i temi principali trattati nella conferenza di presentazione del suo ultimo libro Mundus furiosus tenuta da Giulio Tremonti che vi invitiamo ad ascoltare per intero ai “link” che trovate in questa breve illustrazione nella versione ridotta dove gli interventi introduttivi sono stati ridotti all’essenziale in dieci minuti circa prima di poter ascoltare la voce dell’autore, oppure nella versione integrale che registra tutti gli intervenuti dalla fonte originale che ringraziamo anticipatamente per la liberalità con la quale mette in rete le sue interessanti conferenze.
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