greco-romana e Cristiana, come la fantasia può aggredire una civiltà superiore

Viene dai “college” americani l’imperio fantastico che va sotto il nome di “politicamente corretto”. Una vera e propria architettura artificiale di subcultura eretta perché la millenaria civiltà superiore, quella greco-romana, alla quale il mondo occidentale deve i suoi traguardi, potesse espiare le sue presunte colpe non a fine di redenzione, ma per poterla più velocemente destrutturare e soppiantarla con un modello sperimentale di ingegneria sociale immaginato dai pensatoi liberal-progressisti come strumento contemporaneo di nuova uglianza delle minoranze. Una società a compartimenti, nella quale le diversità rinunciano a rincorrere l’universalismo assumendo per emulazione il modello di civiltà più raffinato, ma convivono ripiegate nel bozzolo primigenio che non solamente si perpetua, ma avanza pretese di risarcimenti per condanne che mirano a rimuovere i segni più avanzati degli approdi occidentali. Un’aggressione, quella del “politicamente corretto”, che non si fa scrupolo di criminalizzare il dissenso e la libertà di espressione con la ghettizzazione ed il ripudio sociale; la censura e la mistificazione persecutoria delle realtà obiettive. Metodi che richiamano alla mente l’odio marxista per la borghesia. Una grave formula di tossicità si è dunque propalata nella nostra societa’ a mezzo dei pervasivi strumenti di comunicazione e formazione delle opinioni pubbliche. Essa punta alla manipolazione delle coscienze. Nemmeno la denuncia forse bastera’ per venirne fuori.

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