La guerra è morte, catastrofe, sciagura e rovina. Chi muove guerra al suo prossimo, non ha mai alcun merito. Non può andare assolto per alcuna comprensibile ragione terrena o celeste che sia. La guerra, però è tra i pochi momenti che squadernano le posizioni di ciascuno. Che siano queste politiche, morali o religiose. Tatticismi, convenienze e diplomazie sono strette dal fuoco incrociato ed indotte per forza di cose a disporsi sul ”campo di battaglia”, ciascuna dalla parte che rappresenta gli interessi ed i moti del cuore altrimenti inconfessabili. Alcuna altra condizione infatti, meglio della guerra, ci permette di decifrare, decodificare e comprendere la realtà, ma soprattutto la bontà, la sincerità e la qualità delle relazioni tra gli Stati oltre che la substantia di cui siamo informati. Ebbene, quattro tra i maggiori teologi progressisti contemporanei, Thomas Bremer, Regina Elsner, Massimo Faggioli, Kristina Stoeckl, di fronte agli assunti di Bergoglio, hanno preso carta e penna ed hanno pubblicamente scritto al Papa perchè faccia chiarezza e porti la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, inequivocabilmente fuori da ogni ambiguità, rinunciando agli equilibrismi semantici circa la guerra in Ucraina ed in maniera netta e precisa, condanni l’aggressore riconoscendo alla vittima, il diritto canonico alla difesa dottrinalmente codificato da San Giovanni Paolo II nel 1992. Un Papa, che ebbe in dono la sapienza di saper distinguere le vittime dai carnefici. Un Papa, San Giovanni Paolo II, che non leggeva la Parola alla lente del marxismo i cui orrori ben conosceva per averli patiti in prima persona lungo il tempo della sua formazione giovanile. Un Papa, San Giovanni Paolo II, che seppe condurre la Chiesa polacca in clandestinità per favorire le ragioni della libertà, della Giustizia e della bontà rischiando sulla propria pelle piuttosto che compiacere i potenti. Un Papa, illuminato dalla Luce, che seppe schierarsi senza indulgenze, sempre e comunque in difesa della vita fino all’ultimo Suo respiro. Un Papa, San Giovanni Paolo II, che riservava la grandezza in favore della Madonna, madre di Dio Padre piuttosto che riconoscerla semplicisticamente a chiunque si presentasse al suo cospetto quale eroina dei diritto alla morte in grembo.
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