I precari portaborse

Falsi e bugiardi e lo si scopre puntualmente quando sono costretti al banco degl’imputati i nostri rappresentati eletti al Parlamento. Percepiscono uno stipendione composto da un’indennità che ammonta a 5.486,58 euro al mese; una diaria da 4.003,11 euro mensili, un rimborso per il rapporto con il collegio da 4.190 euro al mese; per il trasporto ed il viaggio — nonostante la tessera di libera circolazione su autostrade, ferrovie, navi ed aerei in Italia — hanno un rimborso trimestrale di 3mila euro (si parte da 3.323 euro). Per telefonare, la somma annua è di 3.098,74 euro. Il totale è di 15mila e 37 euro di cui i 4.190 euro del rimborso per il rapporto con il collegio andrebbero destinati alla paga dei portaborse ma di questi, solamente un esiguo numero ha un regolare contratto tutti gli altri sono in nero, a progetto od a termine. La scelta di esercitare il mestiere di tirapiedi di un nominato dev’essere difficile, tra quelle che si compiono per disperazione quando non si hanno alternative ma che si accettano con la recondita speranza che prima o poi per riconoscenza il nominato ci possa piazzare da qualche parte ed invece, in molti impiegano anni prima di accorgersi con che razza hanno a che fare tanto che esasperati, decidono infine di trascinarli in Tribunale grazie a Dio, dove siamo ancora tutti uguali ed i nostri infingardi portaborse si fanno pagare tutto quanto gli è dovuto. Il caporalato dei nominati beninteso, ha gli stessi comportamenti coi portaborse, non c’è distinzione tra destra e sinistra, bisognerebbe togliere loro molti di questi assurdi privilegi per veder risolte le controversie di lavoro parlamentari.

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