i progressi di Zinga, Di Maio è intelligente

Bisogna riconoscere che in questa ultima settimana di ferragosto pandemico, Zingaretti ha fatto notevoli progressi. Si è data una statura da vero “leader” alla guida del PD. Autorevole come suo solito, ha affermato: Di Maio è intelligente. Si può solamente immaginare la felicità che avrà colto di sopresa Giggino alla lettura del Corriere. Dalle gradinate del San Paolo al Nazareno, ragazzi! Questa si chiama carriera. D’altronde il piatto del “recovery fund” è ricco. Sarebbe stato un vero peccato non accomodarsi a pranzo con Zinga e rischiare di lasciarlo andare a male nelle fauci di Salvini che l’avrebbe spartito in parti uguali tra imprese e contribuenti. Bella ed impossibile, l’alleanza con Di Maio è pur vero che non disegna un perimetro politico, ma per Zinga è un matrimonio d’interessi a carte scoperte. La sposa ha già messo in chiaro senza ritegno che pensa a come spendere la dote mettendo da parte il suocero Conte, che poverino, di parte sua aveva invece provveduto a stilare la lista di nozze negli “stati generali”. Fatiche sprecate. Alla comunione, Zinga ha preferito la separazione dei beni. Buone nuove quindi si annunciano per la destra. L’accordo strutturale stretto da Zingaretti con Di Maio riporta alla mente l’ulivo. Stavolta però la marca è di segno madurista più che prodiano. Circostanza da non sottovalutare. Una larga fetta di elettorato moderato che votava PD, potrebbe spaventarsi e preferire la destra. Una destra forte, ma comunque una destra conservatrice in grado di offrire migliori garanzie di un’avventura hippie con la Woodstock grillina. Viceversa, al M5S, dopo aver virato definitivamente a sinistra, resta poco altro spazio che contendersi i voti di sinistra che già andavano al PD. Ovunque arrivi Grillo, porta confusione ed indeterminatezza. Per la destra sarà un gioco da ragazzi rimettere ordine nelle urne, quando sarà. Questo sì ch’è tutto da vedere. Sperperi e fallimenti economici, però potrebbero accellerare i processi di esaurimento del ciclo politico hippie. Grillo dunque ha deciso di riprendere la tessera del PD che gli era stata ritirata dalla vecchia guardia dalemiana. Il M5S si avvierà lentamente all’evanescenza. Il libertario ed anarchico Casaleggio senior,
si era lasciato abbacinare dal world wide web, ma in Italia, l’uomo qualunque, l’uomo del web italiano, è tutt’altro che anarchico. Ha famiglia, ha una casa e va in cerca di certezze. Grillo lo conosceva bene, per aver calcato le scene a lungo in teatro ed in TV. Cercava solamente di ricostruire un nuovo bipolarismo dove poter contare. Alla fine della storia, l’ultimo vaffa l’ha riservato al visionario fondatore del M5S

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