Il familismo ha sostituito la lottizzazione politica

Di Pietro ha candidato di recente suo figlio Cristiano alle elezioni regionali del Molise e giustamente ha sollevato non pochi dubbi di opportunità soprattutto in un partito che fa della questione morale e della trasparenza la sua bandiera politica. Ma a guardar bene la realtà della sua piccola Regione Molise si scopre che è governata come una sorta di amministrazione condominiale dove figli, parenti, collaboratori coprono cariche e svolgono incarichi. Dunque ha fatto scuola il Trota, il povero figlio di Bossi che dopo aver sperimentato con scarsi risultati le fatiche dello studio ha preferito buttarsi in politica un pò come il papà che da giovane tentò prima la carriera di medico, fallendo e poi quella di cantante finché comprese che bastava tuffarsi in politica per sistemarsi anche senza lavorare. Sembra che la vita pubblica in Italia sia considerata una scelta per seconde fila, per chi non riesce e non trova di meglio che rivolgersi ad amministrare le cose di tutti incapaci di costruirsi un futuro fatto di sacrifici ed impegno. Registriamo però un regresso notevole con la cosidetta II Repubblica infatti, siamo passati dalla spartizione lottizzatoria al familismo più bieco e spavaldo. Quando sarà che gli italiani impararenno a selezionare la propria classe dirigente senza farsi incantare, quando accadrà di veder svolgere una funzione pubblica ad un uomo od una donna competenti, disinteressati, generosi e patrioti?

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