Il Petrolio sciagura italiana, colpa grave dei lucani

Oil-Cup-Sindaco-Corleto-ritaglio2La colpa di noi lucani è di aver accettato tutto in questi anni sostiene Paolo Sinisgalli, giornalista basentano. Il petrolio che in ogni angolo del globo fa la fortuna della terra che lo contiene, in Italia finisce per essere coniugato in tragedia, l’ennesima. La scoperta del petrolio in una terra poverissima come la Basilicata, a differenza di quanto accade a tutte le altre latitudini, non è occasione di sviluppo locale e rilancio della economia nazionale, ma viene letta come una sciagura dalla opinione pubblica e colta dal ceto politico come circostanza propizia per catalizzare consensi in virtù del do ut des, arma letale di ricatto in mano al burosauro autonomista. Negli Stati Uniti d’America lo shale gas, cioé la frantumazione della roccia per liberare il combustibile che trattiene vale a significare quanto di più devastante si possa immaginare per l’ambiente, ha permesso ad Obama di dare corso al cambiamento: gli USA hanno chiuso con le guerre globali; hanno ritirato le truppe dal medio oriente con le conseguenze che sappiamo e stiamo pagando anche in Europa; sono diventati autosufficienti dal punto di vista energetico e ciò gli ha consentito di salvare le banche dopo il fallimento di Leman Brothers; gli ha permesso di sostenere l’industria automobilistica colpita dalla crisi; di implementare l’attesa riforma sanitaria per dare finalmente una copertura ai poveri sprovvisti di assicurazione contro il rischio di malattie; l’autosufficienza energetica americana ha inoltre provocata la caduta del prezzo del petrolio per eccesso di offerta, ridimensionato i poteri di condizionamento che l’Opec esercita sul mercato globale, migliorato di riflesso la nostra bolletta energetica, aiutato la competitività delle nostre aziende ed in ultimo, ma non in ordine di importanza, frenata l’emorragia del nostro debito pubblico in concomitanza dell’altro fattore decisivo: il qantitative easing di Mario Draghi. Mentre intorno a noi il petrolio estratto dalla roccia Americana ha determinato tutto quanto di positivo abbiamo accennato, in Italia ci dibattiamo in estenuanti discussioni di principio se sia meglio ora che abbiamo trovato il petrolio in Basilicata ed il gas nell’Adriatico, istallare pale eoliche e pannelli solari per produrre energia piuttosto che praticare buche. Come se il petrolio che importiamo dagli sceicchi fosse inscatolato sottovuoto direttamente da sorgenti limpide che scorrono nel deserto. Tanto coinvolge il fronte ambientalista della opinione pubblica che già fa sapere di prepararsi alla successiva battaglia contro le stesse alternative energetiche delle pale eoliche che deturpano il paesaggio ed i pannelli solari che ingombrano le colline. A guardare la TV con buona approssimazione possiamo dedurre che il “nuovo modello” di sviluppo immaginato per l’Italia dai simpatici amici super-ecologisti, sia un futuro di cuochi e camerieri per cene a lume di candela. Altro non sarà possibile. Oggettivamente, senza energia non s’impiantano imprese di manifattura quindi, resta da spiegare come intendono cucinare per i milioni di turisti che verranno a respirare l’aria “free fuels”. Con la legna da ardere? Pure quella però inquina e nemmeno poco. Giova ricordare che il petrolio estratto in Basilicata ci permetterà di coprire il 10% di fabbisogno nazionale questo implica che anche la catena terroristica finanziata dai paesi arabi maggiori produttori di greggio, avrà minori risorse a disposizione. Un piccolo contributo pacifico che ci renderà un pò meno complici del terrore globale. Obiettivamente non possiamo neanche scrivere che le cose siano più comprensibili e magari accettabili se ci portiamo sul fronte avido degli affari sempre pronto ad assecondare gli appetiti di un ceto politico straccione ad ogni livello, rustico a voler essere magnanimi e senza idee. Privo di coscienza pubblica ed etica personale. Un made in Italy che si lascia apprezzare non per la bontà delle scelte, ma per le amicizie e le relazioni personali che riesce ad intessere. Il petrolio deve scorrere nei tubi per arrivare al porto ed essere imbarcato quindi il sindaco per aprire il rubinetto chiede favori ed il fidanzato, domanda sub-appalti. D’altro capo del telefono c’è una total(e) disponibilità ad accontentarli, il prezzo da pagare a conti fatti è conveniente. In un altro paese le concessioni sono ben più care ed i diritti da pagare risanano i bilanci degli Stati. Qui da noi basta qualche mancia e pochi posti di lavoro. L’Italia è attrattiva di suo, multinazionali e fondi sovrani lo hanno imparato e si sono comprati i pezzi pregiati del nostro lavoro e del nostro raffinato gusto. Se un giurista di spicco come Giovanni Maria Flick confessa di non avere una esatta cognizione di ciò di cui stiamo parlando, vuol dire che ad approfittare sono in pochi, ma che ad essere rovinati da scelte sbagliate saremo in tanti.

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