Il posto fisso rincretinisce

Il posto fisso rincretinisce, ma riconosce il dramma del cinquantenne licenziato Massimo Fini. Il giovane ha tante possibilità davanti a sé per imparare mentre l’uomo maturo, soprattutto quando ha svolto una professione concettuale, rischia di restare fuori del mercato del lavoro. Positiva valuta quindi Fini, l’iniziativa d’insegnare ai bambini la manualità perduta per far posto all’uso eccessivo di mouse e tastiere. Gli risulterà utile da grandi quando il lavoro non sarà più garantito. Si distingue Fini, come spesso gli accade, dall’auspicio comune a tanti di raggiungere la sicurezza economica di un posto fisso che a suo dire svilisce la natura stessa dell’uomo il quale, all’incertezza risponde raccogliendo tutte le sue forze migliori mentre nella certezza, finisce per rilassarsi e progressivamente spegnersi. Insomma, dobbiamo imparare a lavorare tutta vita fino alla morte per far fronte alle esigenze rinnovate dell’economia ma anche per tener desta la nostra attenzione e regalare un fine alla nostra esistenza quasi fosse una necessaria prevenzione antisclerotica. Facile immaginare che cosa pensaranno i muratori, i contadini, i minatori, i meccanici e tutti i lavoratori che ancora svolgono mestieri di fatica i quali facilmente trovano un altro lavoro, ma a 70 anni pur conservando intatta la volontà di lavorare per l’artrosi del loro scheletro malediranno Monti, Fornero e l’economia globalizzata tutta. Scrivere è sempre meglio che lavorare diceva Montanelli e Massimo Fini deve averlo compreso presto quando abbandonò la Pirelli per non rincretinirsi e restare sano senza dolori.

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