Sono due i primati detenuti dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni come si conviene ad un capo della prima forza politica di uno schieramento di destra. E’ la prima donna, Presidente del Consiglio ed è anche il primo Presidente del Consiglio poliglotta. Ha studiato le lingue, al tempo in cui la scuola ancora premiava il merito e poteva bocciare i somari. Il Presidente del Consiglio, capo del Governo, parla fluentemente l’inglese, il francese e lo spagnolo. Caso unico nella storia della Repubblica. Giorgia Meloni si lascia intervistare in inglese dalla TV americana, arringa allo stesso modo le folle spagnole nelle piazze ed il Congresso dei Repubblicani negli Stati Uniti; conversa amabilmente col Presidente francese. Non ha bisogno dell’intermediazione linguistica di un interprete come accadeva ai rimpianti vecchi politici della prima Repubblica e come accaduto di recente anche ai più giovani e baldanzosi ”royal baby” del progressismo nostrano. Quindi proviamo ad uscire dall’agone politco e mettere un punto fermo su questa vicenda. La sintassi di un idioma, non si fissa per decreto. Tanto meno, gli atti ufficiali della Repubblica possono registrare all’indice le espressioni fantasiose della mutevole geografia politica e delle variabili di costume secolare. Incorre in grave errore la stessa Accademia della Crusca quando rincorre ed in una certa misura certifica, l’adozione di prestiti linguistici e neologismi del comune parlato mai nobilitati da alcuna opera scritta. Perchè il punto focale della faccenda de: il Presidente femmina, è tutto qui: la morfologia, la grammatica e la sintassi di un idioma non s’inventano, si ricavano dallo studio dei classsici cioè, dalle opere la cui valenza è stata universalmente riconosciuta ed accreditata nella storia delle letterature che si vogliono prendere in esame. Segnatamente, nel nostro volgare come codificato da Dante, Petrarca, Boccaccio, Macchiavelli, Foscolo, Manzoni, Leopardi, Verga, Quasimodo, Ungaretti, Montale, Moravia e numerosi altri che potrete leggere nei libri di storia della letteratura italiana, le funzioni sono declinate al maschile e dunque le campagne stampa degli ultimi decenni sono da ritenersi delle pretestuose bolle mediatiche che hanno mortificato la lingua italiana, piegata alle contingenze della politica nel quadro di un generale declino etico e culturale al quale, il Presidente del Consiglio, signora Giorgia Meloni, capo di un Governo che intende restaurare la migliore tradizione nazionale, prova ad imprimere un’inversione di tendenza perchè almeno gli apparati dello Stato non abbiamo a scadere inesorabilmente. Comincia dall’idioma, l’opera di riordino e disciplina necessaria alla Repubblica italiana. Viva il Presidente del Consiglio!
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