Crescita sostenuta; disoccupazione ai minimi; media degli stipendi intorno ai 1.338 euro mensili; c’è un paese in Europa governato dalla destra populista ad immigrazione zero che non ha nulla in comune con l’Italia del reddito di cittadinanza; della stagnazione economica; governata dalla sinistra mondialista che della immigrazione ha fatta una bandiera di progresso. A voler approfondire però questo azzardato parallelismo, qualcosa in comune, inaspettato, eppur si rileva tra conservatori populisti e progressisti illuminati nelle parole di due personaggi tanto lontani per storia personale e politica: Andrej Babis, imprenditore prestato alla politica, attuale Presidente populista della Repubblica Ceca ed il nostro Francesco Rutelli, già radicale, poi sindaco di Roma; Ministro; riconosciuto e stimato testimone della sinistra democratica italiana. Nel 1968, ricorda Babis, durante l’invasione sovietica di Praga, circa duecentomila cechi emigrarono. Erano tutti istruiti e parlavano le lingue. Fecero le fortune economiche degli Stati che li ospitarono. Cosa ben diversa è l’immigrazione automatica che ci vorrebbe imporre la UE. Chi viene nel nostro paese per lavorare deve guadagnarsi un permesso, tutti gli altri sono illegali e non passeranno mai. Parole sensate, condivisibili, che ben si accordano con quelle pronunciate da Rutelli intervistato dal Messaggero: è inaccettabile che un numero imprecisato di persone soggiorni sul nostro territorio senza averne diritto alcuno. Nel 2050 la sola Nigeria avrà superato l’Europa per numero di abitanti. E’ incredibile che la sinistra non prenda atto di uno squilibrio demografico di tali proporzioni e si vergogni di difendere le legittime aspettative dei ceti popolari comprensibilmente spaventati di fronte ai massicci arrivi nelle nostre strade di persone spaesate e disorientate. Non è possibile, prosegue Rutelli, che siano i trafficati di uomini a deliberare le politiche immigratorie della Repubblica italiana e selezionare le tipologie di soggetti che possono oltrepassare i suoi confini. La sinistra, o prende atto della realtà ed impone all’Europa di governare i flussi condizionando gli aiuti al terzo mondo alla stipula di accordi per i rimpatri, oppure sarà la catastrofe sociale e politica definitiva.
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