In democrazia l’unica riforma che ha funzionato è quella delle manette

Cornuti, papponi e lacché hanno avuto vita facile nella politica e negli affari in Italia. Dal pentapartito al governo tecnico la lista degli scandali e delle ruberie è infinita ed ha segnato il tratto distintivo di una democrazia malata di cui in troppi si sono fatti scudo per reclamare tolleranza ed impunità. Ad ogni tornata elettorale c’hanno promesso riforme ma allo stato delle cose, dobbiamo osservare che l’unica riforma incisiva in Italia che in qualche misura è riuscita a contenere i danni procurati al sistema, è stata la riforma delle manette. Tutti hanno disatteso le promesse tranne la magistratura. Con la sua azione incessante, nonostante i limiti stringenti e spesso sospetti introdotti dalle norme, agli strumenti d’indagine come le intercettazioni, nonostante le prescrizioni brevi, i processi brevi, le depenalizzazioni dei reati economici, gli sconti di pena, le immunità parlamentari, le autorizzazioni all’arresto, le sole manette sono state capaci di restituire dei risultati significativi nella vita pubblica italiana e costretto il regime a dei cambiamenti che in una certa misura sono riusciti ad arginare i guasti. Il solo anticorpo che ha contrastato l’infezione dei partiti in questa gracile democrazia, sono state le vituperate manette.

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