Quello in circolazione NON è l’euro disciplinato dal Trattato dell’Unione Europea (TUE), ma una moneta che ne usurpa il nome ed il simbolo. Il 7 luglio 1997 l’emanazione del Regolamento 1466-97 realizzò un vero e proprio golpe modificando in concreto sia i vertici dell’UE, sia la sovranità dei singoli Stati. Il sospetto di alcuni Stati forti che gli Stati dalle economie più deboli avrebbero truccato i dati al momento degli esami di verifica dei requisiti per entrare a far parte dell’Unione, indusse all’emanazione di questo apparentemente innocente regolamento i cui estensori fisici restano ancora sconosciuti: caso unico al mondo, il regolamento stabilisce che i vertici politici non hanno la responsabilità esclusiva della moneta, ma questa viene esercitata da una disciplina astratta. Il regolamento 1466/97, rafforzato e reso più stringente secondo lo studio del prof. Giuseppe Guarino, dalle successive modifiche emanate con i regolamenti 1055-2005 e 1175-2011 e per ultimo il Fiscal compact, hanno sostituito le politiche economiche di ciascuno degli Stati membri orientate al perseguimento della crescita e dello sviluppo in ragione delle condizioni economiche specifiche di ciascun paese come previste dai Trattati, con una serie di istruzioni astratte che mirano esclusivamente all’obiettivo della stabilità necessariamente uguale per tutti gli Stati della zona euro. A parere quindi del prof. Guarino, l’euro che abbiamo in tasca è falso perché viola le norme immodificabili dei Trattati costituitivi dell’Unione. E’ a quest’euro che il prof. Guarino imputa lo stato economico depressivo degli Stati che vi concorrono portando a sostegno della sua tesi dati statistici incontroverbili: dal 1999 anno di adozione della moneta unica fino al 2010, ben dodici Stati Europei compaiono nella graduatoria mondiale delle peggiori 30 economie mentre nel decennio che ha preceduto l’euro 1990-2000, nessuno Stato dell’Europa era nell’elenco delle peggiori economie al mondo. Si deve dedurre quindi, sottolinea Guarino, che il fattore responsabile della depressione nell’eurozona sia il falso euro spacciato dal Regolamento 1466-97. Una moneta che dopo aver esonerato la politica dal controllo ed aver soppresso ogni possibilità di sviluppo, reca con sé un’aggravante antidemocratica, ha infatti sottratto ai cittadini i mezzi necessari ad influenzare le decisioni e ogni possibilità di orientare le scelte economiche perché queste ultime sono determinate da automatismi impossibili da correggere anche quando procurano danni alle differenti realtà sulle quali esercitano i loro effetti. Una moneta l’euro che non ha termini di paragone nella storia economica, pretende di piegare le realtà peculiari alle condizioni date piuttosto che adeguarsi ad esse e divenire fattore di sviluppo come lo fu il marco per la Germania dal cui modello si vorrebbe essere stata clonata. Come sovvertire quindi un simile regime di algoritmi? Il prof. Guarino vede la strada per un golpe democratico nel ritorno alla “legalità” dopo quindici anni di violazioni dei Trattati dell’Unione: ciascun operatore Istituzionale attui il ripristino delle condizioni democratiche respingendo con fermezza e decisione ogni norma, principio, finanche opinione NON isparata ai Trattati originari dell’Unione. Se ciò dovesse rivelarsi insuffiente, vista l’urgenza determinata dall’allargamento dell’area dei paesi che si avvicinano all’implosione, per garantire l’obiettivo della coesione e dell’integrazione tra i popoli europei, questi stessi paesi decidano di darsi una sovranità comune creando una nuova entità politica cui affidare la creazione di una nuova moneta che abbia ad obiettivo la crescita e lo sviluppo…
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