Smacherati dalle intercettazioni telefoniche, svelata la tela di trame tessuta nell’opacità di rapporti d’interesse e di poteri, questa gente che vedete esposta in fila nella testata del nostro Blog, svergognata dalla pubblicazione su tutti i giornali pensa di potervi porvi rimedio ponendo mano nuovamente come un’ossessione ciclica che ritorna ad ogni scandalo, ad una legge di censura e limitazione alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, cioè, gli strumenti più efficaci senza i quali l’opinione pubblica ma soprattutto gl’investigatori non potrebbero ricostruire il quadro di squallore, miseria morale ed illegalità che appesta la vita della nostra nazione come nessuna in Europa. Un miliardo ben speso quello per le intercettazioni, una spesa necessaria e più fruttuosa del miliardo speso per mantenere una pletora di fannulloni nominati alla Camera dei Deputati in attesa di giudizio tanti a cominciare dal Presidente del Consiglio, già condannati molti e tutti anelanti la copiosa pensione da 6.400€ che godranno dopo 5 anni di mandato per sé e per i loro familiari. A leggere le parole di questi svergognati l’indignazione diventa rabbia se pensiamo che pretendono di compiere l’azzardo e mettere mano a leggi di riforma della giustizia, non nell’interesse del popolo che dovrebbero rappresentare ma, per darsi uno scudo dietro il quale rompere e pilotare i destini comuni nella direzione del solo interesse personale o di parte. Col referendum il popolo ha decretato che NON potete manipolare il diritto a vostro piacimento, NON avete più facoltà di legiferare sui temi di giustizia, attendiamo solamente che termini questo stillicidio di sventure e vergogne. Non possiamo essere certi che le parole di alcuni esponenti leghisti siano pronunciate con sincerità piuttosto che con strumentalità per recuperare l’appannamento in cui il movimento è caduto ma riteniamo che siano degne di essere sottolienate e riportate: «Forse abbiamo scoperto che Bisignani era l’uomo del quarto potere e si è davvero aperto uno squarcio. In questo caso infatti trovo utili le intercettazioni sbattute sui giornali in questo modo», ha detto l’ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, «mi hanno aperto gli occhi su una percezione che ho sempre avuto, di un potere non definito che non risiedeva solo a Palazzo Chigi».
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