ius soli, tra corano e realtà

Anche se sono nato qui, mia moglie dovrà portare il velo e dovrà coprirsi tutta. Perché se girasse nuda per strada la gente non le porterebbe rispetto. Gli rivolgerebbe degli apprezzamenti volgari: che bel culo che hai! Che belle tette che hai! Capito? E’ l’islam che dice così! Indossando vestiti che la coprono tutta, sarà ugualmente bellissima. Starà da favola. Non importa se in questo modo la sua identità di donna verrà annullata, è scritto nel corano: la moglie deve portare il velo! E’ obbligatorio. La donna così sarà sottomessa, ma lei lo accetterà. Sarà lei stessa a volerlo. Invece l’uomo (maschio), può fare come meglio gli aggrada. Non decido io che cosa è giusto o meno. Lo decide chi ha scritto il corano, il nostro profeta. Ed a chiunque si azzardi a toccare il nostro profeta, noi siamo pronti a fare qualsiasi cosa. E’ il nostro profeta. E’ intoccabile. Dopo aver letto ed ascoltato le voci di questi giovani che si vorrebbero fare italiani a tutti i costi, in coscienza si può dire che appartengono alla civiltà? Si può dire che si sono integrati o che sia stata la nostra cultura a partorirli? Circa la loro formazione vi sembra che la scuola italiana, a parole sempre attenta ai diritti ed al rispetto delle sensibilità di genere, abbia fatto un buon lavoro? Non vi sembra che sulla loro educazione abbia prevalso, com’è logico, il modello culturale delle famiglie nelle quali sono nati e cresciuti? Si può dire che il suolo che hanno calpestato od i compagni di classe che hanno frequentati, abbiano avuto un benché minimo ascendente sul loro modo di intendere le relazioni umane, i rapporti sociali e le aspirazioni esistenziali che ciascuno prova a realizzare nel corso della vita? Infine, possiamo in tutta coscienza affermare che il cuore di questi ragazzi sia votato a giurare fedeltà alla Repubblica e sia pronto ad osservare la Costituzione italiana e le leggi dello Stato? O non sembra piuttosto che le loro parole tradiscano un sovrano disprezzo per il suolo che calpestano? Per la società che ha dato da vivere alle loro famiglie? Per la Repubblica che li curerà fino alla maggiore età? Non osiamo nemmeno immaginare che cosa potrebbe accadere se nel corso della loro vita le circostanze dovessero costringerli a scegliere tra un califfo qualunque e la Repubblica. Caro buon Gentiloni, tra Lei ed il profeta, chi pensa che possa comandare il loro cuore e condizionare il loro agire? Sono tanti gli immigrati di seconda generazione che vivono nel nostro paese e che non mostrano alcuna volontà di integrarsi. Le osservazioni della Gelmini in fondo trovano conforto nel mondo reale ben lontano da quello ideale immaginato da un Governo artificiale sostenuto da un Parlamento illegittimo la cui maggioranza è minoranza nel corpo sociale vivo della nazione e nonostante questa elementare costatazione, un Governo fragile per sua stessa ammissione, si ostina ad arrogarsi il diritto di cambiare il volto del paese. Non basta frequentare cinque anni di scuola per diventare italiano riconosceva Sartori, politologo progressista di fama internazionale, ideatore della Legge per l’elezione diretta dei Sindaci giusto per ricordare uno dei suoi tanti meriti. Con lo ius soli, l’ottimismo facilone della sinistra sottovaluta i rischi di un mancato processo di acculturazione necessario ad acquisire i caratteri di una cittadinanza differente da quella propugnata dalla famiglia di origine e l’esperienza recente dei modelli fallimentari francesi ed inglesi, dovrebbero averli chiariti e resi espliciti. Purtroppo, l’ostinato approccio ideologico sembra avere la meglio nella nostra squinternata classe politica di governo. Fino ad ora, la Legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana ha dimostrato di funzionare bene. Ha tutelato la sicurezza dei cittadini consentendo l’espulsione ed il rimpatrio di centinaia di soggetti radicalizzati che diversamente saremmo stati costretti a tollerare in attesa che commettessero dei reati di sangue. E’ triste, ma è pur vero, carissimi ideologi dell’accoglienza. Fantasiosi sociologi della cittadinanza. Non vi bastano i guasti che avete procurato alle nostre vite fino ad oggi? Volete toglierci anche l’ultimo strumento di difesa passiva? Non crediamo che abbiate fatti bene i vostri calcoli. Il popolo italiano ha dimostrato più volte nella sua storia di saper stare in trincea e di fronte al pericolo ne siamo certi, saprà difendere con le unghie e con i denti la sua pacifica convivenza. Lo ius soli è una conquista di civiltà? Civile il popolo italiano lo è da sempre. Il grado più avanzato di civiltà ha avuto origine dalle Sue viscere ben 2.770 anni fa. E gli stranieri, fin quando sono stati compatibili con la Sua Cultura, con i suoi Costumi, con la punta più avanzata della Sua millenaria Intelligenza, tali non li ha mai percepiti. Oggi paradossalmente, è invece un governo a sovranità isterilita ad avere smanie protagoniste per fare italiani dei musulmani e dei cinesi cioè, tra i popoli, quelli che più amano auto governarsi e che rispondono unicamente alle regole della propria comunità di appartenenza. Tra l’altro, trovare un cinese che voglia diventare italiano è frequente come trovare un ago in un pagliaio. Automatismo e doppia cittadinanza sono i cardini dello ius soli che minacciano seriamente i valori che la Repubblica ha maturato nel corso di una lunga vicenda storica che ha un nome di genere femminile, si chiama Italia. E non si lascerà sottomettere. Siatene certi, baldi giovani di terre assai lontane.

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