La lacrimuccia che commuove l’America lascia indifferenti gli italiani

Un Kennedy non piange mai, insegnava Rose ai suoi figli. Un Hussein Obama, Barry per i compagni di classe, può invece farsi rigare il volto da una lacrimuccia anzi, mostrare in pubblico le emozioni aiuta il processo di identificazione con i suoi elettori. Segno del mutamento dei tempi, la guida non esercita più il suo fascino trascinatore sulle masse oggi vince l’umano vulnerabile, il carattere sincero al quale si può perdonare qualche promessa mancata purché si lasci conoscere ed apprezzare. E’ una strategia per farsi sentire come vicino all’universo soggettivo di ciascuno. Noi italiani però abbiamo imparato a diffidare a nostre spese, la lacrimuccia facile potrà anche fregare gli americani che magari riconoscono in Obama l’interprete del loro spirito più autentico, non riesce più però a commuovere noi altri che leggiamo oltre le apparenze. Gl’italiani hanno imparato a respingere l’appello ai buoni sentimenti, non cascano più nei tranelli del buon cuore, pretendono comportamenti sani e coerenti fuori della scena. Anche per questi motivi Grillo vola nei sondaggi e nelle urne siciliane. La gente forse sta imparando, indotta dalle ristrettezze della crisi, a rendere difficile la vita a quanti aspirano a diventare classe dirigente. Non ci si accontenta dei sogni irrealizzabili e delle menzogne contrabbandate da realtà, si pretendono obiettivi concreti, bisogni reali da poter soddisfare piuttosto che artificiali da rincorrere.