Chi va per i cinquanta sicuramente ricorda le noiose tribune elettorali condotte da Iader Iacobelli ed Ugo Zatterin. La gente era costretta per mancaza di alternative a sorbirsi le panzane stucchevoli di La Malfa, di Longo, di Andreotti, di Oddo Biasini, di Zanone, di Craxi, De Martino, Signorile, Martelli, Fanfani ecc.ecc. con il loro politichese incomprensibile che dietro un’apparente aulica sintassi nascondeva trame oscure di lottizzazioni e spartizioni inconfessabili. Il gioco ha retto finché hanno retto i due blocchi contrapposti NATO-PATTO di Varsavia. Crollato il muro di Berlino anche in Italia sono crollate molte certezze ed abbiamo cominciato a comprendere sotto quale giogo di potere perverso eravamo costretti e la gente NON si è più accontentata delle chiacchiere date a bere per buone dai giornali e dalle TV e con la progressiva diffusione della rete ha cominciato a fare domande ed a dare risposte. Con un nuovo lessico schietto, diretto, franco e comprensibile, gli stessi che si recano in gabina elettorale hanno compreso di potersi spiegare e fare essi stessi opinione. Giornali, TV, comici di tendenza hanno scoperto che il ruolo giocato nella partita degli orientamenti dei flussi elettorali è notevolmente diminuito perché le loro modalità espressive sono divenute nel frattempo anacronistiche ed i loro contenuti sono stati superati dalle rinnovate esigenze di trasparenza e verità che mal si conciliano con le ideologie, le lobby, le appartenenze a gruppi d’interesse. In questo quadro, gli attori di un tempo si vedono sostituiti da quelli che fino a dieci anni fa erano semplici comparse e non ci stanno, la buttano sul rischio di degenerazione e la menano in democrazia ch’è proprio ciò di cui la rete si è resa protagonista. A corto d’idee credibili e sostenibili non resta loro altro da fare che cominciare a preparare un’istruttoria per la censura necessaria pena la fine di un’esistenza indecorosa di silenzi, omissioni e complicità malevoli.
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