La ricchezza NON va criminalizzata, è la povertà che fa schifo

E’ insorto tutto il PDL dopo l’operazione antievasori di grossa cilindrata effettuata dagli ispettori della Finanza a Cortina d’Ampezzo. “Bisogna essere all’altezza dei compiti” esordisce Cicchitto come a mandare a dire a Befera: t’abbiamo messo lì perché tu rompa le scatole NON a chi viaggia in Suv e va in vacanza con lo yacht ma piuttosto per farti spremere fino all’ultima goccia di sangue ai dipendenti di questi poveri ricchi ed ai loro genitori pensionati. Scatenata segue la Santanché per la quale la ricchezza NON è un crimine ma un patrimonio della nazione, semmai a far schifo è la povertà, vorrebbe ma NON lo può aggiungere ne siamo certi. Si può convenire che la ricchezza sia un patrimonio per lo Stato ma quando questa è guadagnata onestamente e dopo aver pagato tutti gli oneri dovuti a quello stesso Stato nel quale si opera e grazie al quale si possono acquistare beni e proprietà garantite. NON è più un patrimonio quando una parte di essa è occultata e trasferita all’estero, NON per creare altre opportunità di ricchezza anche per quei poveri esclusi ma, per andare ad ingigantire il nostro debito e sotterrare senza speranza il futuro di tutti. Ora però ci è rimasta qualcosa sullo stomaco che dobbiamo assolutamente buttare fuori senza né infingimenti, né reticenze: anche a Capri, Ischia, Positano, Taormina arrivano con lo yacht e col gippone. Vogliamo, esigiamo per senso di giustizia e soprattutto per NON prestare il fianco a certe giustificazioni che vengono giù dalla Alpi fino all’Appennino, che la Guardia di Finanza ed i mezzi di comunicazione si mobilitino a ferragosto 2012 per scovare i tanti evasori che si annidano al sole del mezzodì.

(Visited 40 times, 1 visits today)
FacebookTwitter
Questa voce è stata pubblicata in economia, politica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.