Dal dopoguerra ad oggi, l’Italia NON ha più esercitato una sua piena ed autonoma sovranità; sia le scelte economiche, sia le scelte politiche, sia le politiche di alleanza hanno subito pesanti condizionamenti esterni talvolta malcelati, altre volte condotti con la necessaria diplomazia, sostanzialmente però non siamo stati mai più liberi di determinare il nostro destino nazionale. Qualcosa di molto simile a quanto accade all’Afghanistan, all’Iraq, alla Serbia. A darci l’ennesima conferma di ciò che i meno sprovveduti già sapevano e rassegnati anche se mai domi, hanno preferito non indossare abiti di scena per dar vita ad una farsa, giungono postume le parole dell’ex ambasciatore USA Reginald Bartholomew. L’ambasciatore racconta degli stretti legami tra il consolato degli Stati Uniti di Milano ed il pool di mani pulite. Il quadro che disegna sembra rispondere indirettamente al quesito che molti si erano posti negli anni ’90 ed a seguire guardando ogni sera ai telegiornali sfilare decine di politici ed amministratori in manette: come mai la magistratura si è mossa solamente adesso dopo aver assistito a 50 anni di ruberie e malefatte della classe dirigente senza battere ciglio? Il muro di Berlino era caduto, sotto le sue macerie erano finiti gli Stati del patto di Varsavia, in Italia i tempi erano maturi per cambiare la classe politica che aveva esaurito il suo compito storico e quindi si poteva incoraggiare il cambiamento. La cosa però comincia a prendere una piega che oltreoceano non apprezzano a sufficienza: la magistratura italiana pare fare sul serio, gode anche del favore popolare e ciò impesierisce i nostri amici alleati che temono di perdere il controllo di un paese strategico nel Mediterraneo se reso autonomo nelle sue scelte. Clinton allora manda l’esperto Bartholomew a Roma che convoca i giudici a Villa Taverna, gli dà una strigliata per bocca del giudice della Corte Suprema Antonino Scalia accusandoli di violare i diritti della difesa con gli arresti preventivi. Ciò è inammissibile per il diritto anglosassone. NON sappiamo se qualche giudice italiano abbia ribattutto che gli Stati Uniti praticano la pena di morte e che ciò è inammissibile per il diritto romano, sta di fatto che il buon Reginald deciso a irregimentare nuovamente l’antico alleato che aspira a troppe libertà ed a darsi un governo pulito ed onesto, convoca anche D’Alema e per non essere da meno convoca Fini. Ci racconta poi che Prodi s’arrabbia perchè voleva far parte della compagnia ma non riesce, Clinton NON ha tempo di ascoltarlo forse teme di addormentarsi, al mortadella preferisce la Monica Lewinzki. Bartholomew parla anche con Berlusconi che lo rassicura al punto di sembrargli una persona “seria”. Un bel lavoro dal suo punto di vista che merita di essere ricordato e ricostruito per la storia, quando si avvicina la signora morte. Ed è così che gli USA ci hanno regalato un’altra Repubblica Democratica, la seconda.
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