L’acqua è nella botte dei gestori che potranno continuare a lucrarci nonostante gli esiti dei referendum abrogativi di giugno 2011, secondo Giulio, figlio di Napolitano cui le società hanno chiesto un parere di merito. Dunque, per cavilli ed interpretazioni tecniche, le bollette dell’acqua continueranno ad essere gonfiate da quel 7% remunerativo con buona pace della volontà popolare sminuita e disattesa. Quella volontà sovrana sopra ogni ordine come garantisce la Carta, invece di essere immediatamente applicata è ridotta a puro esercizio dialettico anche quando si è espressa in maniera chiara, diretta ed incontrovertibile senza alcuna mediazione partitica.
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