Lacrime napulitane di filosofi

Napoli, alle prime luci i filosofi si rattristano. Carabinieri, Pubblici Ministeri, Assessori collaudati, le indescrezioni sulla nuova giunta autarchica che nega le leggi speciali, potrebbero indurre a trovare sufficienti motivi per scorgere le prime luci dell’alba ed illuminare una città dove il tasso di delinquenza in doppio petto è così alto da mimetizzarsi fino a confondersi con la società ed invece, i nostri intellettuali della sinistra bene da De Giovanni a Cacciari si rattristano, sono delusi, restano perplessi. S’aspettavano forse la solita estenuante liturgia di mediazione e contrattazione per rimodulare al ribasso un progetto forte di rinnovamento apprezzato con decisione dagli elettori e che si propone, ma conserviamo delle riserve d’obbligo in certe realtà aspettando i primi risultati, d’incidere profondamente nel tessuto morale e civile. Il ponte col passato che teneva unito intellighenzia ed affari è miseramente crollato. Il blocco sociale di riferimento che ha tenuto in piedi prima Bassolino finché ha potuto per poi riversarsi a sostegno della destra degli affari che regge Provincia e Regione, è stato aggirato. Le premesse sono state quelle di rompere per non ricostruirlo, se questa è la realtà vera apriamo la finestra e facciamo entrare con entusiasmo i primi bagliori di un’alba nuova che segni anche per Napoli un futuro di rigore, di ordine, di buona amministrazione.

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