L’Argentina cresce nazionalizzando le imprese

Mentre Monti va in giro per mercati in cerca d’investimenti, la Kirchner in Argentina nazionalizza le imprese ed il PIL s’incrementa del 7,3%. Il peronismo in Argentina fa scuola e lo Stato dopo aver riportato sotto il suo controllo la compagnia area di bandiera, i fondi pensione ora si è ripreso il suo petrolio che era in mani spagnole nazionalizzando Yacimientos petroliferos fiscales. La UE, subito solidale con Madrid promette ritorsioni economiche e commerciali ma in fondo il governo argentino che sembra di godere del favore della opinione pubblica, si dispone ad incrementare la produzione del suo greggio e quindi ad immettere sul mercato internazionale ingenti disponibilità di barili che dovrebbero garantire maggiori introiti da reinvestire e non trascurabile, un abbassamento del prezzo del petrolio sul mercato mondiale. Mentre l’Europa, stritolata dalla crisi e dal rigore finanziario svende agli indiani ed alla Cina i suoi marchi più prestigiosi e le su industrie strategiche in nome della globalizzazione, l’Argentina si è ripresa dal fallimento sovrano del 2001 con una ricetta economica esattamente contraria d’ispirazione più propriamente europea. Ora anche Telecom Italia ed Enel con interessi notevoli nei settori strategici delle comunicazioni e dell’energia, temono gli espropri di Cristina

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